Sono tantissime le iniziative di solidarietà che in questi giorni si moltiplicano per aiutare la popolazione ucraìna in fuga da un conflitto assurdo e inaspettato. Tutti ci domandiamo il perché ma nel frattempo associazioni, Comuni, Fondazioni, comuni cittadini da giorni raccolgono generi di prima necessità, farmaci, supporti sanitari, indumenti per sostenere un popolo in fuga. Sono milioni, soprattutto donne e bambini, che stanno disperatamente cercando di raggiungere familiari all’estero, anche qui in Italia e a Salerno, dove gli ucraìni sono numerosissimi. Sono qui da due generazioni, arrivati già da decenni per tentare di superare le crisi economiche e sanitarie. Sono gli ex bambini oggi uomini e donne che lavorano duramente per poter sopravvivere al disastro delle centrali nucleari, alle numerose crisi economiche che costringono Maria , docente universitaria a lasciare tutto per aiutare la famiglia di origine ed assistere qui gli anziani, a Oxana, studentessa universitaria ad abbandonare i suoi sogni per vivere la loro seconda vita. Intanto ognuno cerca di collaborare con loro per affrontare questa ennesima crisi in una guerra incomprensibile e pericolosissima. Dimitry vive qui dall’età di 11 anni, oggi ne ha 29 e con la madre cuoce polli , spiedini e ottime patate nel suo forno a legna in piazza Monsignor Grasso a Salerno, nel quartiere Mercatello della zona orientale.
Da giorni è in contatto con i familiari a Kiev, attualmente devastata e accerchiata. Vorrebbe partire per aiutare i soldati ucraini ma per ora non può e resta qui a collaborare con i salernitani per aiutare i profughi e i soldati . Il suo piccolo negozio è diventato un punto di raccolta di beni di ogni tipo. Nella pause di lavoro confeziona pacchi da spedire e ogni giorno invia furgoni stracolmi. “ Devo ringraziare voi italiani che ci state dando una grande mano, un sostegno importante per noi con immensa generosità. Grazie di cuore . Mi sento di dire che io per gli italiani ci sarò sempre perché mi avete accolto e ora mi state ancora dimostrando il vostro grande cuore “ha dichiarato Dimitry. Ma è il suo cuore davvero immenso. Un grande lavoratore, che non si ferma mai, che ha nei suoi immensi occhi azzurri il colore e la luce di una terra non troppo lontana da noi, oggi ancora più vicina, che ci ricorda guerre lontane ma che hanno in comune quel suono delle sirene e le fughe nei rifugi antiaerei, che ricordano storie comuni mai dimenticate.
Siamo tutti figli e nipoti di guerre assurde che non hanno ragione di esistere, guerre che la nostra Costituzione ripudia ma che non riusciamo a fermare. La storia si ripete nel bene e nel male, ma se solo riuscissimo ad ascoltare le storie, quelle di Maria, Oxana, Dimitry nell’indignazione generale di tutti i popoli, compreso il popolo russo, forse potremmo fermare il genocidio, il massacro in atto.
Intanto i 64 chilometri di carrarmati russi ora hanno davanti a sé 64 chilometri di furgoni, tir, camion pieni di generi di prima necessità che devono arrivare a ricostruire, laddove forse c’è ancora un bambino da salvare, una famiglia, un anziano, un uomo o una donna che credono nella pace e nella speranza di un mondo migliore. Gilda Ricci
A cura di Luigi Mario Meazza