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Sul palco le parole e le immagini del passato per il presente e il ruolo della donna dall’antichità a oggi Sei appuntamenti dal 4 al 16 agosto. Tra gli ospiti, Eva Cantarella, Galatea Ranzi, Serena Sinigaglia.
Il valore delle parole e delle immagini dei classici per la civiltà contemporanea e il ruolo e le rivendicazioni della donna nella storia e nella società attuale. Sono i due grandi temi portati avanti da VeliaTeatro 2014, il festival dedicato all’espressione tragica e comica antica nello scenario dell’acropoli del Parco Archeologico di Elea-Velia, ad Ascea (Sa), nel Cilento. Istanze che prendono corpo attraverso una personale rilettura della tragedia greca, le suggestioni fantastiche delle «Metamorfosi» di Ovidio che si fanno danza, il genio di Aristofane, una prestigiosa e significativa rivisitazione del mito di Fedra, il racconto esemplare di un’altra figura femminile del passato, la filosofa Ipazia e il suggello dei versi danteschi in una stimolante interpretazione di luoghi e personaggi dell’Inferno.
Per un cartellone fatto di sei appuntamenti (tutti alle ore 21), dal 4 al 16 agosto, in cui si sostanzia l’edizione 2014 della rassegna organizzata nell’antico sito della Magna Grecia, patria del filosofo Parmenide. E nel quale si annotano presenze di spicco come quella della giurista e scrittrice Eva Cantarella, dell’attrice Galatea Ranzi, della regista Serena Sinigaglia, per citare solo alcuni nomi e in cui non mancano anche finestre sulla letteratura filosofica e storica, tradizione che da qualche anno si è aggiunta alla consuetudine della manifestazione.
Si parte lunedì 4 agosto con una serata che prevede un doppio appuntamento che unisce letteratura e spettacolo. Dapprima il breve incontro, dal titolo «Che cos’era la Magna Graecia», con Piero Di Giovanni, professore di Storia della filosofia all’Università degli Studi di Palermo, autore del libro «La storia della filosofia nell’età classica» (Franco Angeli Editore). A seguire, «Eros e Thanatos», una «conferenza spettacolo» di Serena Sinigaglia, con Sax Nicosia, Sandra Zoccolan e la stessa Serena Sinigaglia. La poliedrica regista racconta il suo percorso verso i classici del teatro greco, quelli in grado di ristabilire il giusto rapporto tra l’umano e l’eterno e di attirare la passione smisurata dell’autrice. La tragedia «Le Baccanti» di Euripide è lo sfondo di una riflessione su una civiltà che sta per andare in rovina e insieme l’occasione per pensare a come evitare l’irreparabile. «Eros e thanatos», «amore e morte» vuol significare che la paura della fine spinge a cercare proprio nelle parole dei classici la strada valida.
Nella seconda serata, martedì 5 agosto, la letteratura classica incontra la danza, in «Le Metamorfosi. La trasformazione del conflitto», spettacolo di teatro-danza ispirato dalle «Metamorfosi» di Ovidio, produzione internazionale presentata dalle compagnie «Borderline Danza» (Italia) e «Arabesque Dance Company» (Vietnam), con la coreografia e la regia di Claudio Malangone. Il capolavoro senza tempo dell’autore latino vissuto a cavallo tra I secolo a.C. e I d.C. diventa un termine di confronto con la nostra epoca preoccupata dal mito del cambiamento continuo. Specchiando l’ordine e il caos e calandosi nell’immaginario fantastico disegnato nel suo poema da Ovidio, si accostano quelle metamorfosi ai nostri miti quotidiani, con l’obiettivo di meglio interpretare la contemporaneità. Ciò attraverso il potere immaginifico della danza.
Mercoledì 6 agosto sulla scena di VeliaTeatro arriva la commedia di Aristofane: «Lisistrata», tra le opere del celebre autore greco forse quella che più di altre si sofferma sulle donne e sul loro ruolo, affrontando per la prima volta il tema dell’emarginazione femminile in una dimensione consapevole e costruttiva e non semplicemente eroica. A rappresentarla, nell’adattamento di Roberta Sandias, è la compagnia «La Mansarda», per la regia di Maurizio Azzurro. Nella commedia del 411 a.C., capeggiate e convinte dall’ateniese Lisistrata, le donne elleniche scioperano, negandosi agli uomini, così ricattandoli perché mettano fine alla Guerra del Peloponneso che da anni travagliava la Grecia. Riuscendo nel loro intento, ma non vedendosi poi riconosciuto il merito dell’iniziativa.
Venerdì 8 agosto un’altra serata a tinte rosa con «Fedra. Diritto all’amore», spettacolo dal testo di Eva Cantarella, interpretato da Galatea Ranzi, per la regia di Consuelo Barilari. Introducendo la rappresentazione con un breve intervento dal titolo «Perché Fedra?», Eva Cantarella, tra le maggiori studiose odierne della classicità, presenta l’opera, rivisitazione moderna che testimonia come l’Antica Grecia sia la culla oltre che di democrazia, arte e teatro, anche della «differenza di genere». Galatea Ranzi, nel cast del film Premio Oscar «La grande bellezza», è Fedra, l’eroina greca, qui luminosa e ribelle, tormentata e trasgressiva, che si fa icona delle rivendicazioni femminili, in primo luogo la libertà di amare e di scegliere.
La serata di mercoledì 13 agosto prevede un altro doppio appuntamento: dapprima un breve incontro con Giovanni Romeo, professore di Storia moderna alla Federico II di Napoli, autore con Michele Mancino, professore di Storia moderna della stessa università, del libro «Clero criminale» (Editori Laterza), intervistato da Marcello Giani, avvocato del Foro di Salerno. Un testo che affronta l’argomento dei delitti degli ecclesiastici all’epoca della Controriforma. E a seguire, «Ipazia», rappresentazione dal «Libro di Ipazia» di Mario Luzi, co-produzione di «Festival della Commedia Antica di Marzabotto», «Politecnico Teatro di Roma», «Rosae Open Art», per la regia di Roberto Zorzut. Dramma storico e religioso incentrato sulla figura della filosofa pagana vittima dell’intransigenza di una setta estremista cristiana nel 415 d.C. ad Alessandria d’Egitto.
Nell’ultimo appuntamento di VeliaTeatro 2014, sabato 16 agosto, l’attenzione si sposta sull’universo dantesco in una suggestiva interpretazione proposta dall’attore e autore Matteo Belli, che porta in scena «Ora X: Inferno di Dante». Uno spettacolo prodotto da «Associazione Ca’ Rossa» e «Centro Teatrale per l’Oralità», che per mezzo dei versi del Sommo Poeta e con il contributo dei dialoghi firmati dall’interprete, conduce attraverso i luoghi e i personaggi della prima cantica della Divina Commedia, con una recitazione che punta a rendere sensibile e realistica l’umanità immortalata da quelle rime eterne.
La manifestazione, organizzata dalla Associazione Culturale Cilento Arte, si svolge con la compartecipazione di: Soprintendenza Archeologica di Salerno, Comune di Ascea, Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni; con il sostegno di: Regione Campania, Banca del Cilento e Lucania Sud di Vallo della Lucania, Ente Provinciale per il Turismo di Salerno e con il patrocinio morale di: Università degli Studi di Salerno, Provincia di Salerno, Istituto di Istruzione Superiore Parmenide di Vallo della Lucania.
Botteghino 15 euro. Navette gratuite dal parcheggio all’ingresso del Parco Archeologico di Elea-Velia per l’acropoli dalle 19.30. Info: www.veliateatro.it – tel. 334 3266442 – Artem (biglietteria del Parco Archeologico di Elea-Velia) tel. 0974 271016 – info@veliateatro.it
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