I furbetti del pass disabili.

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di Giancarlo Sorrentino

Sul quotidiano “ Il Mattino”  di domenica 16 gennaio, una civetta mi invitava a leggere, all’interno della cronaca di Salerno, un articolo dal titolo “Furbetti del pass disabili, è caccia ai permessi falsi, difendiamo gli onesti”.

Grandi proponimenti, strombazzamento di nuove iniziative, richiami al codice della strada per le relative sanzioni, tolleranza zero verso i furbetti: non so quante volte ho letto proponimenti del genere, tanto che mi è venuto il dubbio di essermi già imbattuto in questo articolo tempo fa….

Proprio prendendo spunto da questo articolo vi racconto a cosa ho assistito oggi (ier, ndr) alle ore 14,00:

“abito in via lungomare Colombo (zona Pastena/albergo “Polo Nautico”) e proprio di fronte alla mia abitazione, consecutivo alle strisce pedonali, c’è un posto riservato ai diversamente abili regolarmente indicato sia da segnaletica verticale che da strisce orizzontali. Inutile segnalare che molto spesso, e questo per usare un eufemismo, questo posto è occupato da autovetture lasciate in sosta senza alcuna esposizione del contrassegno disabili, ma questo è un dettaglio!

Comunque oggi, complice un sole primaverile, ero sul mio balcone quando sono stato attirato da una manovra di parcheggio effettuata da un’auto che occupava per intero le strisce pedonali e per pochi centimetri il posto riservato, tanto che mi era quasi venuta voglia di filmare questa situazione per dimostrare che, quando si vuole e con un poco di impegno, si possono centrare due effrazioni contemporaneamente, della serie: due piccioni con una fava!

La sorpresa non tardava a venire alla luce: la signora che guidava, dopo aver parcheggiato con molta fatica aiutava una persona su sedia a rotelle a scendere dall’auto e, una volta assicuratala sul marciapiede, rientrava in auto per spostarla in un altro stallo, libero, sull’altro lato della carreggiata lasciando comunque libero il posto riservato.

La curiosità sul perché di questo comportamento, al quale confesso di non essere abituato, mi imponeva di raggiungere la signora per chiederle il perché e la stessa, candidamente, mi rispondeva che aveva sì il pass, ma lo aveva dimenticato a casa.”

Ecco, è giusto e sacrosanto difendere gli onesti, come recitava l’articolo di Gianluca Sollazzo, ma prima bisogna tutelare chi, senza averlo chiesto, si trova in una situazione, suo malgrado, di impedimento di alcune attività e la tutela, a mio sommesso avviso, si deve manifestare non solo con l’annuncio, spesso roboante, di iniziative ma con il compimento delle stesse.

Per la cronaca, solo dopo aver assistito alla scena mi sono reso conto, come la foto può dimostrare, che lo stallo è stato concepito forse un po’ frettolosamente in quanto al lato dove si presume debba poter scendere il diversamente abile, spesso su carrozzina, ci sono un albero ed un tabellone riservato alla posa dei manifesti che di fatto ostacolano, non di poco, le operazioni di discesa!

In ultimo: dopo che la signora aveva parcheggiato sull’altro lato della carreggiata, lo stallo è stato occupato, in tempo reale, da un auto senza alcun contrassegno.