IL COACH ANDREA CAPOBIANCO, ALLENATORE DELLA SQUADRA NAZIONALE  FEMMINILE DI BASKET 3X3, DA VIETRI A TOKIO PER REALIZZARE UN SOGNO.

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 Il coach Andrea Capobianco è partito giovedì mattina, direttamente da Vietri, per andare a prendere l’aereo per Tokio a Roma dove lo attendevano le atlete della  Nazionale 3×3 Femminile di Basket, che allena,  qualificatesi per le “Olimpiadi di Tokio 2020”. “Giocheremo la prima partita il 24 luglio alle 10:30 italiane contro la Mongolia” ha spiegato Capobianco che durante la conferenza stampa di Roma ha presentato i nomi delle atlete che gareggeranno a Tokio: ” Chiara Consolini, Marcella Filippi, Giulia Rulli e Rae Lin D’Alie, americana di origini italiane, che dieci- dodici anni fa ha giocato anche a Salerno”.

Razionalità ed emotività hanno sempre ispirato la carriera di Capobianco: ” Ora penso che i sogni non si possano interrompere sul più bello e quindi credo che dobbiamo volare a Tokyo e, col silenzio e con l’umiltà, prenderci altre soddisfazioni”.  Da anni il coach Capobianco ,  che è nato a Napoli, ma vive a Venafro (Isernia),  trascorre le vacanze nella sua casa di Marina di Vietri sul Mare: “ Da quando, ventiquattro anni fa,  allenavo a Salerno la squadra  “Pallacanestro Salerno”, del Presidente Alfonso Siano, ho iniziato a vivere a Vietri che è la mia seconda casa. Sono sempre in giro per l’Italia, ma appena posso scappo a Vietri: anche una parte del lockdown l’ho trascorsa a Vietri, collegandomi su piattaforma con gli atleti e con le atlete che alleno”.  Capobianco a Salerno ha allenato la “Pallacanestro Salerno” dal  1997 al 2000 e successivamente dal 2002 al 2005:” Sono stato accolto in modo straordinario sia dal Presidente Siano che da tutta la città. Ancora oggi vengo accolto come uno di famiglia sia a Salerno, sia a Vietri dove ho tanti amici come Antonio Di Florio e Cosmo Di Mauro, Presidente della Pro Loco di Vietri Sul Mare di cui sono socio: amici  che mi sono stati vicini anche nei momenti più difficili. Il calore della gente di Vietri e il calore stesso di Vietri mi danno una spinta notevole”.

Capobianco ha iniziato a giocare a Venafro, nella sua città” Sono arrivato a giocare nella Serie D di allora che corrisponde alla Serie C di oggi. All’età di 22 anni la società in cui giocavo stava per fallire e allora ho deciso di salvarla rilevandola  e ho cominciato ad allenare oltre che giocare”.    Poi Capobianco  ha acquisito la consapevolezza di poter essere un allenatore di basket:” Dopo la squadra di Venafro ho allenato a Castel di Sangro, poi mi sono traferito a Battipaglia dove, dal 1994 al 1997  ho fatto l’assistente dell’allenatore  nella squadra di Serie A2 maschile. Poi sono venuto a  Salerno dopo aver allenato per due anni ad Avellino”. Capobianco, dopo Salerno e Avellino, dove ha allenato la squadra che militava in Serie A, va a Jesi e successivamente  a Teramo dove allena la squadra  che è in A1 e dove viene eletto migliore allenatore d’Italia. Dopo queste importanti esperienze Capobianco entra nel circuito della nazionale: ” Comincio a fare l’assistente della nazionale maggiore maschile, poi il responsabile delle nazionali giovanili maschili, allenatore della nazionale femminile e allenatore della squadra 3×3 femminile”.   Ricco il suo Palmarès:”  Sono arrivato secondo agli ultimi mondiali con la nazionale Under 19, dopo trent’anni. Dopo 21 anni abbiamo vinto il torneo più importante nel settore giovanile : quello di Mannheim in  Germania. Una medaglia di bronzo ai Campionati Under 18 e adesso la qualificazione alle Olimpiadi con la Nazionale femminile 3×3”. Capobianco  cercherà di dare forza alle sue atlete:” Per farle giocare  al massimo delle loro possibilità. La mentalità vincente si forma giorno dopo giorno e il compito di noi allenatori è quello di rendere consapevoli gli atleti delle emozioni che stanno provando e canalizzarle verso un obiettivo importante. Sappiamo di giocare contro delle squadre di un livello straordinario come la Mongolia , la Francia, l’America e il Giappone, ma se siamo li è perché abbiamo fatto qualcosa di buono. Dobbiamo cercare di superarci. E’ giusto sognare, sapendo che i sogni si avverano solo se uno ci crede e se si lavora per realizzarli. Giochiamo con la maglia dell’Italia e proviamo una grande emozione a indossarla, come proviamo brividi di emozione quando in campo ascoltiamo l’inno nazionale. Sia io che le giocatrici sentiamo l’onore di indossare questa maglia stupenda che ci dà forti motivazioni: siamo pronti per  queste Olimpiadi”.  Le partite si svolgeranno senza pubblico :” Il Giappone gioca in casa e conosce un po’ tutto, ma chi ha più forza mentale  e capacità tecnico tattiche vincerà. Noi, come Federazione Italiana Pallacanestro  ci presentiamo con due squadre: anche  la squadra nazionale  maschile “5 contro 5” è tornata alle Olimpiadi dopo 20 anni”. Capobianco che  sta  studiando per conseguire una seconda laurea: “ A breve mi laureerò anche  in “Psicologia della Comunicazione e delle Istituzioni” , ha anche allenato il giovane cestista salernitano Tommaso Guariglia che ha  giocato in A1 e  A2:” E’ un ragazzo eccezionale che è stato con me nelle nazionali  giovanili. E’ un vero giocatore di squadra, capace di far giocare meglio anche gli altri: anche a livello umano è fantastico”. (Pubblicato su “Il Quotidiano del Sud” edizione di Salerno).

 

 Aniello Palumbo