Serata attesissima per la VII edizione del SalerNoir Festival le notti di Barliario, quella di domani, venerdì 16 luglio, quando alle 19.30 nel Quadriportico del Duomo di Salerno, arriverà Antonio Manzini, scrittore romano, notissimo per la serie dedicata al vicequestore Rocco Schiavone. A lui sarà assegnato il “Premio Attilio Veraldi”, secondo dei tre premi previsti nell’ambito del festival. Manzini succede nell’albo d’oro a Massimo Carlotto (2017), Andrea G. Pinketts (2018) e Carlo Lucarelli (2019). Nel 2020 il premio non è stato assegnato per le restrizioni imposte dalla pandemia.
Ogni anno il riconoscimento è assegnato allo scrittore di genere che meglio ha saputo ricreare, con le sue storie e i suoi personaggi, l’atmosfera dei capolavori di Attilio Veraldi, grande maestro napoletano prematuramente scomparso nel 1999, autore di libri di successo come “La mazzetta”, “Naso di cane”, “Uomo di conseguenza”, “L’amica degli amici”, “Il Vomerese”, “Scicco”.
Il personaggio di Rocco Schiavone, che ha imposto Manzini all’attenzione generale, superbamente interpretato da uno strepitoso Marco Giallini nella fiction televisiva trasmessa dalla Rai, si aggancia, per alcuni aspetti, a quelli di Veraldi: anche Rocco è un “duro” di grande umanità, pervaso da un grande senso di giustizia che spesso travalica l’ordine formale, come certi protagonisti dei libri di Veraldi. A consegnare il premio a Manzini – un’opera di Andrea Perotti Stella Ceramic – sarà Luisa Veraldi, ultima rappresentante della famiglia del grande giallista partenopeo, madrina della serata.
Prima della cerimonia, che sarà condotta dal Direttore del Premio Veraldi, il giornalista Massimiliano Amato, Antonio Manzini risponderà alle sollecitazioni della scrittrice Sara Bilotti sul suo ultimo libro, recentemente edito da Sellerio, “Vecchie conoscenze”: una nuova indagine (con tutti gli annessi e connessi) di Rocco Schiavone che parte dall’assassinio di una insigne studiosa, Sofia Martinet, colpita alla testa con un oggetto pesante nel suo appartamento al centro di Aosta. Unici indizi una «J» ripetuta nella sua agenda, e una striscia pallida attorno a un dito, segno di un anello sempre portato e rimosso a freddo dal cadavere. Sui settant’anni, una casa piena di libri, di cui parecchi antichità di valore, un nome celebre a livello internazionale nel suo campo accademico, storica dell’arte specialista in Leonardo da Vinci. L’inchiesta portata avanti da Rocco Schiavone, con il suo stile inconfondibile di lavoro e di vita, ha due snodi. Il primo riguarda la condotta del figlio della vittima; il secondo è una scoperta che questa aveva fatto scavando nelle opere scientifiche del genio del Rinascimento. «Una svolta nel mondo degli studi leonardeschi». Improvvisamente, una scossa tellurica complica anche emotivamente le giornate inquiete di Rocco: rispunta Sebastiano, l’amico di infanzia, e di imprese al limite della legalità, che era scomparso da un bel po’ di tempo, inabissato nella sua caccia segreta appresso al carnefice della giovane moglie. Vecchie conoscenze. E non è l’unico, sconvolgente ritorno proveniente dal passato, per trasformare in spettri le vecchie care conoscenze. Un Rocco Schiavone forse più solo, ma a momenti autocritico, che si sorprende quasi quasi a pentirsi della propria scorza di durezza: forse perché aleggia dappertutto un’invitante allusione alla forza emancipatrice dell’amore. Amore di qualunque tipo.
Attore e sceneggiatore, romano (allievo di Camilleri all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica), Antonio Manzini ha esordito nella narrativa con il racconto scritto in collaborazione con Niccolò Ammaniti per l’antologia Crimini. Del 2005 il suo primo romanzo, Sangue marcio (Fazi). Con Einaudi Stile libero ha pubblicato La giostra dei criceti (2007). Un suo racconto è uscito nell’antologia Capodanno in giallo (Sellerio 2012). Del 2013, sempre per Sellerio, ha pubblicato il romanzo giallo Pista Nera. Secondo episodio della serie: La costola di Adamo (Sellerio 2014). Nel 2015 pubblica Non è stagione (Sellerio), Era di maggio (Sellerio) e Sull’orlo del precipizio (Sellerio). Del 2016 è Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (Sellerio). Altri suoi romanzi pubblicati con Sellerio sono: 7-7-2007 (2016), Pulvis et umbra (2017), La giostra dei criceti (2017), L’ anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone (2018), Fate il vostro gioco (2018), Rien ne va plus (2019), Ogni riferimento è puramente casuale (2019), Gli ultimi giorni di quiete (2020) e Vecchie conoscenze (2021).
SalerNoir Festival le notti di Barliario, giunto alla VII edizione, è ideato e organizzato dall’Associazione Porto delle Nebbie di Salerno con la collaborazione e il contributo della Fondazione Carisal, il patrocinio del Comune di Salerno. Nella cabina di regia della manifestazione, che continua sabato e il 4 agosto, la direttrice artistica Piera Carlomagno è affiancata da Rosanna Belladonna, direttrice organizzativa, Pina Masturzo, responsabile del progetto Scuole, Massimiliano Amato, ideatore e direttore del “Premio Attilio Veraldi” e da Gabriella Monetta, responsabile del progetto per la Fondazione Carisal.
La novità di quest’anno è la collaborazione con la Luiss Summer School, che mette in palio una Borsa di Studio tra tutti gli studenti che avranno partecipato ad almeno una serata del Festival e che sono già stati selezionati, attraverso una comunicazione ufficiale alle scuole, dalla Fondazione Carisal.