Salerno Letteratura, un bilancio sulla nona edizione.

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Sono già trascorsi  nove anni dalla prima edizione di un Festival ritenuto necessario, utile,  importante, questo di Salerno Letteratura. Migliaia di  autori, volontari, studenti  che hanno partecipato  anche per più edizioni alla Summer School, incontrando scrittori, artisti,  esperti di scrittura creativa e non solo.

A loro andrebbe data la parola per raccontare  unitamente agli organizzatori, agli animatori culturali, agli autori, ai conduttori, ai co- direttori artistici, Gennaro Carillo, Matteo Cavezzali,  Paolo Di Paolo,  alla coordinatrice  del programma ragazzi Daria Limatola,  che  con un immane lavoro di squadra, hanno egregiamente integrato il lavoro tenace e costante del suo ideatore  Francesco Durante e dell’infaticabile  direttrice organizzativa Ines Mainieri .

A loro e al pubblico numerosissimo anche  in questa edizione andrebbe chiesto perché,  con quale  motivazione  organizzare e partecipare   ancora una volta in un inizio di torrida estate , dove  anche all’aperto il caldo non ha dato tregua, un Festival con queste caratteristiche. Per  fortuna non ha mai piovuto però, direbbe  qualcuno,   in questo modo tutte le splendide  location scelte sono state accoglienti,  cullate dall’ombra di  mura storiche e monumentali, da alberi  sempreverdi e soprattutto dal sorriso  che  anche  dietro le mascherine rigorosamente indossate  dei volontari e degli organizzatori, traspariva e  gioiva per una vera festa del libro e della letteratura.

Incontri piacevoli, rilassanti, interessanti, dialoganti  con la novità della Filosofia, madre di tutte le scienze che ha  aperto  mente e cuore, scavando nelle nostre anime e offrendo la possibilità  di riflettere  su un pensiero non unico, ma   divergente, altro. L’ascolto e l’attenzione hanno regnato in questa settimana densa, ricca, dove  la difficoltà  resta quella di voler seguire tutti gli incontri che si accavallano o  si susseguono  in una vera  e propria  maratone  culturale. Una corsa   che ancora una volta  ci ha allenati tutti a fermarci  per  leggere a voce alta  in un’immersione collettiva nel piacere  che  la letteratura, come ogni forma d’arte   sa  donare agli esseri umani che la producono e che ne fruiscono.

Un bel Festival,  che va oltre ogni annuale e temporale polemica  dal volo basso. Certamente la   prenotazione on line agli incontri è sempre un po’ complicata, ma ormai hanno imparato tutti le manovre tecnologiche,  anche i più restii. Impossibile citare tutti i partecipanti, il programma è sul sito ma  ha circolato anche   cartaceo ovunque, con il simbolico  peperoncino stampato  ovunque,  in una città  che  si sveglia dal sonno di un secondo anno  limitante, che ha bloccato  e ingessato  molti settori, ma non certo quello della cultura, in continuo fermento. Salerno  non è una città da  grandi eventi culturali , Salerno è una piccola città di provincia, eppure  sta dimostrando  che  proprio per la sua dimensione umana e limitata a numeri non eccessivi, può e deve restare la sede di  iniziative  come questa. Salerno, come tante altre piccole città,  rappresenta il luogo ideale , con un centro  storico raccolto e ricco di spazi fruibili per tutti   e da tutti, bambini, adolescenti,  adulti, anziani, lettori  senza età. Salerno Letteratura  è deve  essere uno  spazio aperto, non  solo alle élite intellettuali e possibilmente  in futuro anche  in luoghi della zona orientale della città. Salerno è una città aperta, di mare, con orizzonti infiniti, ha spazi e luoghi spesso sconosciuti  per  un pubblico variegato e curioso. Otto sezioni tra poesia, filosofia, romanzi, saggi , narrativa, attualità, spazio ragazzi . Il ventaglio  è stato vario e  con gli eventi artistici, musicali, e la passione che muove ogni scelta ha dato  vita all’incontro, alla relazione perduta anche  quando  si spengono le luce  ogni sera mentre il pubblico   vuole   ancora star lì a discutere, commentare, dialogare spinto da  un bisogno necessario, urgente, oggi più  di ieri  che va oltre la presentazione di libri o l’incontro  con  gli autori, è memoria, appartenenza,  integrazione e scambio di idee, ciò  che più è mancato e  desiderato immensamente. Il decennale è già  dietro le porte aperte di questa città tra terra e mare,  per  continuare il viaggio e il sogno di chi non ha mai mollato i remi e continua a  navigare per il bene comune nella bellezza della “parola” non solo scritta.

Gilda  Ricci