“ Il 22 febbraio di 90 anni fa, in una fredda domenica invernale che minacciava pioggia, sugli scali del cantiere navale di Castellammare di Stabia, era pronta per il varo la Nave Scuola Amerigo Vespucci. La data non venne scelta a caso, ma coincideva con il giorno e il mese della morte del grande navigatore fiorentino (1512). Agli inizi del mese di luglio del 1931, l’Amerigo Vespucci, completata in tutti i dettagli, tra l’entusiasmo della popolazione accalcatasi sul molo, lasciò il porto di Castellammare di Stabia diretta a La Spezia dove ormeggiò accanto alla sua gemella , la “ Cristoforo Colombo”, che era stata varata tre anni prima e che, al termine del conflitto mondiale, fu ceduta all’Unione Sovietica, nel rispetto di una clausola del Trattato di Pace di Parigi che prevedeva la cessione ai paesi vincitori di parte della flotta da guerra italiana sopravvissuta agli eventi bellici. Nel 1961 la Colombo subì un devastante incendio che la distrusse”. A raccontare parte della storia dell’Amerigo Vespucci, è stato il Capitano di Vascello della Marina Militare Benedetto Esposito, Presidente della Sezione Velica della Marina Militare, che ha spiegato che l’Amerigo Vespucci è la nave simbolo della Marina Militare Italiana:” L’Amerigo Vespucci è la nave più bella del mondo: un gioiello dal punto di vista estetico, un magistrale esempio di nave che attraversa il tempo e lega l’antico al moderno. A questa nave affidiamo due funzioni fondamentali: quella della formazione dei nostri allievi e nocchieri dell’Accademia Navale che hanno un primo contatto con la navigazione d’altura: un’esperienza che lascia un segno forte nella loro vita, alla quale ritorneranno tante volte con la memoria; l’altra funzione è di tipo storico – culturale ed è quella di ricordare al mondo intero, attraverso l’ineguagliabile bellezza di questa nave, con quanta cura sia conservata e alimentata in Italia la cultura marinara.”. Dopo i fischi di saluto del nostromo, il Capitano di Vascello Gianfranco Bacchi, centoventiduesimo Comandante della Nave Suola della Marina Militare Italiana Amerigo Vespucci, ha accolto virtualmente a bordo i circa 800 partecipanti all’incontro, organizzato su piattaforma, in interclub, dai Club Rotary: “Salerno Duomo”, presieduto da Alberto Cerracchio, e “Rutigliano Terre dell’Uva” ( Bari), presieduto da Gaetano Lombardi, con il patrocinio di tutti i Governatori dei Distretti Rotary italiani: 2100 (Massimo Franco), 2120 ( Giuseppe Seracca Guerrieri), 2031 (Michelangelo De Biasio), 2032 (Giuseppe Musso), 2041 (Roberto Bosia), 2042 (Laura Brianza), 2050 ( Ugo Nichetti), 2060 (Diego Vianello), 2071 (Letizia Cardinale), 2072 (Adriano Maestri), 2080 (Giovanbattista Mollicone), 2090 (Rossella Piccirilli), 2110 (Alfio Di Costa).
Il Comandante Bacchi ha illustrato i dati tecnici della nave:” E’ lunga poco più di 100 metri, ha un dislocamento di circa 4000 tonnellate, ha quattro alberi e 24 vele nel suo assetto standard, ma c’è la possibilità di ampliare l’assetto fino a 28 vele. Abbiamo circa tremila metri quadri di vele in tessuto vegetale, molto delicate, conservate in maniera maniacale dai nocchieri. La vela più grande che abbiamo è grande quanto un campo da basket. Abbiamo 32 chilometri circa di cime che sostituiamo ogni anno. La nave non è di legno, ma è in lamiera chiodata. Gli alberi sono costituiti di tre parti, due delle quali in acciaio e la parte terminale in legno. La nave ha un apparato motore costituito da un motore elettrico di propulsione alimentato da quattro motori diesel. Il timone è meccanico ed è costituito da quattro ruote unite governate da otto timonieri. Il Vespucci conserva la tradizione marinara, ma è anche innovazione. L’equipaggio è costituito da 270 persone: uomini e donne. In estate, quando parte la campagna addestrativa con gli allievi dell’Accademia Navale, arriviamo a navigare, per circa cento giorni, con oltre 400 persone a bordo” Il Comandante Bacchi ha anche raccontato delle . numerose navigazioni fatte in tutto il mondo: “ Quest’anno, a causa della pandemia, abbiamo navigato solo in Italia. Abbiamo anche effettuato, il 22 agosto, l’impegnativa navigazione a vela del Canale Navigabile di Taranto, lungo 375 metri e largo 73 metri, che non veniva fatta da 55 anni”. Dopo il saluto dei due presidenti che hanno promosso l’evento: Gaetano Lombardi, che ha ricordato la mission del Rotary e i valori che animano tutti i soci rotariani:” Per la tutela di questi valori abbiamo sempre pronto il braccio armato della solidarietà” e Alberto Cerracchio, che ha sottolineato l’importanza dello sviluppo dei rapporti interpersonali:” Sempre nell’ambito dell’ opportunità di servizio”, il Segretario Distrettuale Lino Pignataro, ha coordinato gli interventi di tutti i Governatori dei Distretti Rotary italiani e dato la parola, per un breve saluto, al Commodoro della flotta Italia Nord – Ovest YFR, Alberto Bagnasco, all’Ammiraglio Pier Federico Visconti, Capo di Stato Maggiore della Marina, e alla Presidente del “Rotaract Club Salerno Duomo”, Claudia Cerracchio. Durante la serata il Delegato Claudio De Luca dell’Italian Yachting Fellowship of Rotarians, in rappresentanza di Sergio Santi, ex Comandante della Vespucci e Commodoro Internazionale dell’International Yachting Fellowship of Rotarians, ha consegnato virtualmente al Comandante Bacchi lo spillino, la cravatta e il guidone dell’YFR. Il Governatore del Distretto Rotary 2100 , il professor Massimo Franco, ha sottolineato l’importanza del messaggio che porta con se il veliero Vespucci:” La metafora della squadra che è l’elemento chiave e di successo di questa nave: da soli si va veloci, insieme si va lontano”. Il Governatore del Distretto Rotary 2120, il dottor Giuseppe Seracca Guerrieri, ha ricordato che per la prima volta si sono riuniti tutti i distretti italiani:” Quando c’è una bella idea e la collaborazione di tutti si possono raggiungere traguardi importanti. C’è bisogno di Rotary!”. Il Governatore Guerrieri ha anche ricordato il motto della nave Amerigo Vespucci:” “Non chi comincia ma quel che persevera”. (Foto di Francesco Dente).
Aniello Palumbo