Modifiche al decreto Sostegni per evitare discriminazioni nei confronti dei lavoratori agricoli. Questa la richiesta avanzata a Governo e Parlamento nella manifestazione che si è tenuta stamani in piazza Amendola a Salerno, sotto la sede della prefettura, a sostegno della piattaforma rivendicativa di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, per chiedere a Governo e Parlamento. I sindacati chiedono, in particolare, il riconoscimento per il 2020 delle stesse giornate di lavoro del 2019 e l’introduzione del bonus per i lavoratori stagionali agricoli insieme alla sua compatibilità con il reddito di emergenza.
«Siamo a sostegno di settori strategici – sottolinea Ciro Marino, segretario provinciale della Uila Uil – e di risorse importanti che vengono sempre un po’ mortificate. Dobbiamo sottolineare il grande sostegno dato fino ad oggi dal governatore della Campania, che seppure ci sia ancora tanto da fare, ha significato passi in avanti. Il settore agricolo comprende, solo in provincia di Salerno, circa 25mila braccianti, esclusi da ogni forma di aiuto. Ricordo che nel secondo decreto del 2020 facemmo una grande battaglia per arrivare infine a un ristoro di 500 euro, mentre il decreto Cura Italia, in piena pandemia, ne prevedeva 600»
La manifestazione ha avuto lo slogan “Lavoratori agricoli: zero sostegni, zero diritti” e si è svolta nel pieno rispetto delle norme anti-Covid. I segretari generali delle segreterie provinciali di Fai, Flai e Uila, Aniello Garone, Alfiero Bottiglieri e Ciro Marino hanno preso parte parte al sit-in.
Tra le principali rivendicazioni, la garanzia per il 2020, ai fini della tutela assistenziale e previdenziale, delle stesse giornate di lavoro svolte nel 2019; il bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza; l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi; più tutele ai lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali, eventi distruttivi, parassiti quali Xylella e cimice asiatica; il riconoscimento di una cassa integrazione stabile anche per i pescatori vista la forte riduzione dell’attività di pesca.