L’ Ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio, 44 anni da compiere, ucciso nell’area più pericolosa del Congo insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci, di 30 anni, e a Mustapha Milambo, l’autista della jeep non blindata a bordo della quale viaggiavano, sono stati ricordati dall’Ambasciatore Cosimo Risi, da Don Antonio Romano, dall’avvocato Tommaso Maria Ferri e dal Past President del “Rotary Club Salerno Duomo”, Francesco Dente, durante l’incontro organizzato su piattaforma dal “Rotary Club Salerno Nord dei Due Principati”, presieduto dal dottor Carmelo Orsi, in interclub con il “Rotary Club Salerno a.f. 1949”, presieduto dal dottor Rocco Pietrofeso, in collaborazione con i Club Rotary e Rotaract salernitani, e grazie al Past President Vittorio Villari.
Don Antonio Romano, Vicario Episcopale e parroco di Santa Croce e San Felice in Salerno, dal 2009 al 2017 è stato missionario in Congo, proprio nei luoghi dov’è stato ucciso l’ambasciatore:” La sera prima dell’attentato mi ero sentito con Padre Franco Bordignon, il missionario saveriano della comunità di Bukavu dove il giorno prima era stato in visita l’ambasciatore Attanasio: per i padri saveriani era la prima volta che avevano l’occasione di incontrare un ambasciatore. Attanasio ha cenato e pranzato con loro, ha assistito alla messa e parlato dei progetti che voleva realizzare in quei luoghi. Il giorno dopo si è messo in cammino e poi c’è stato l’attentato. E’ morto sul campo, in quell’Africa che aveva sempre amato. Un uomo buono, di pace, di fede, attento alle sofferenze della popolazione locale e attivo nel portarle aiuto e conforto.. Era una persona scomoda, che dava fastidio a chi è lì per altri interessi: le guerre in Congo sono fatte dai congolesi, ma sono animate da altri che forniscono anche le armi”. L’ambasciatore salernitano Cosimo Risi, docente presso l’Università Federico II di Napoli e di Salerno, Past President del “Rotary Club Salerno a.f. 1949”, ha conosciuto personalmente l’ambasciatore Attanasio:” Al “Circolo degli Esteri” di Roma dove veniva sempre accompagnato dalle sue bimbe. Era un esponente di altissimo valore del nostro corpo diplomatico”. Il dottor Risi ha parlato della sicurezza delle sedi diplomatiche all’ estero nei paesi ad alto rischio e della sicurezza personale degli ambasciatori:” La sicurezza nel caso del Congo ha lasciato a desiderare: se ci fosse stato un livello di sicurezza più elevato, sia da parte dell’Onu, che organizzava il convoglio, sia da parte delle autorità italiane, l’accaduto sarebbe stato meno tragico. S’ipotizza che lo scopo dell’attacco, terminato tragicamente con un conflitto a fuoco, sia stato il sequestro dell’ambasciatore per ottenere il riscatto. Ci sarebbe stata una trattativa e l’Italia, che ha sempre pagato, sicuramente lo avrebbe fatto anche in questo caso. Ci sono varie indagini in atto, ma prevedo che sarà difficile appurare la verità”. L’ambasciatore Risi ha anche sottolineato l’importanza di guardare alla politica estera:” Significa capire come va il mondo: la politica estera è complementare a quella interna e lo è maggiormente nell’ epoca della globalizzazione. L’attentato ad Attanasio e Iacovacci è un attentato alla sicurezza nazionale”. A moderare l’incontro è stato l’avvocato Tommaso Maria Ferri, Presidente della “Fondazione Rachelina Ambrosini” che opera, con progetti di solidarietà, in tanti paesi africani: “Con questo attentato siamo stati colpiti noi italiani, ma questo lutto coinvolge anche quelle popolazioni. Le mani di quei delinquenti sono ancora sporche di sangue e lo saranno per tutta la vita, perché continueranno ad ammazzare; le abbiamo armate anche noi, per i nostri discutibili interessi, perché abbiamo ogni giorno necessità di avere quella tecnologia avanzata che vogliamo sempre più veloce e che è certamente utile. In quel contesto, dove è stato ammazzato il nostro ambasciatore, ci sono tante ricchezze: una in particolare il Coltan, un piccolo minerale indispensabile per i nostri amati cellulari. E’ presente principalmente in Congo ed è estratto da adulti e anche da centinaia di bambini, spesso strappati da rapitori senza scrupoli alle proprie famiglie. Bisogna parlare ogni giorno di ciò che accade in quelle realtà: dobbiamo sconfiggere il virus dell’indifferenza, della violenza, dove le prime vittime sono i bambini. Non bisogna costruire muri, ma ponti, come quello che stava costruendo il nostro ambasciatore”. Il Past President del “Rotary Club . Salerno Duomo”, Francesco Dente, è stato più volte in Congo: ” Con Don Antonio, grazie ai soci dei Club rotariani salernitani, abbiamo portato all’Ospedale Universitario Cattolico di Bukavu, una TAC: C’era gente che faceva 600 chilometri a piedi per fare la Tac, ne abbiamo viste di tutti i colori, sparavano per strada, abbiamo avuto paura, ci è andata bene”. (FOTO DI ATTANSIO E IACOVACCI DI AGENPRESS .IT).
Aniello Palumbo