“ Dante è un poeta che va inquadrato nella sua epoca, ma va anche universalizzato, perché le corde umane che tocca con il suo Poema sono le corde di tutta l’umanità nel suo cammino millenario: dal passato, al presente, al futuro. L’uomo si rispecchia in Dante : il suo viaggio attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, non è il viaggio di un personaggio singolo, ma di tutta l’umanità; una specie di purificazione di tutta l’umanità”. Ad approfondire il pensiero poetico del Sommo Poeta è stato il professor Alberto Granese, Ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Salerno, durante l’incontro organizzato sul piattaforma dal “Rotary Club Salerno Duomo”, presieduto dall’avvocato Alberto Cerracchio, in interclub con il “Rotaract Club Salerno Duomo” presieduto dalla dottoressa Claudia Cerracchio.
Il noto studioso di Dante è stato introdotto dal professor Sebastiano Martelli, che ha ricordato che quest’anno si celebra il 700° anniversario della morte. di Dante:” Un grande protagonista della civiltà, non soltanto della letteratura. A Dante è stata dedicata una giornata, quella del 25 marzo, il “Dantedì”. Anche il CNR ha dedicato un volume a “ Dante scienziato” per testimoniare le conoscenze scientifiche di Dante nel Medioevo”.
Il professor Granese ha contestualizzato Dante al suo periodo storico: ” Dante vive durante il dinamismo economico della sua Firenze che vede al centro le grandi compagnie bancarie fiorentine, che molte volte praticavano l’usura, e una moneta importante qual era il Fiorino, una moneta a 24 carati di valore internazionale che Dante chiamava “ il Maladetto Fiore” perché simbolo di arricchimento, che muove la cupidigia ”. Granese ha spiegato che Dante aveva un grande senso etico: ” Tutta la struttura che dà all’Inferno si basa sull’Etica Nicomachea di Aristotele “. Anche il concetto di libero arbitrio attraversa tutto il poema:” L’uomo è dotato di libertà di pensiero e di giudizio , la libertà della volontà, della scelta. Su questa base si fonda tutto il poema: tutti coloro che hanno commesso dei peccati saranno puniti nell’Inferno; tutti quelli che si sono comportati bene nella vita saranno premiati nel Paradiso”. Granese ha ricordato che Firenze era il centro di scontri violentissimi tra guelfi bianchi e i guelfi neri :” Famiglie che si combattevano tra loro: i vincitori infierivano sui vinti, espropriavano i loro beni, li mandavano in esilio, come fecero con Dante. Uno degli episodi più celebri della Divina Commedia è quello del Conte Ugolino, vittima della ferocia dello scontro tra le grandi famiglie, che Dante incontra nel 33esimo Canto dell’Inferno mentre rosicchia il cranio dell’Arcivescovo Ruggieri”. Granese ha anche parlato del pensiero politico di Dante:” E’ un sostenitore dell’impero universale fondato sulla storia di Roma. Per Dante l’imperatore è colui il quale può amministrare la giustizia che è un punto fondamentale del suo pensiero ”. Il professor Granese, che a breve pubblicherà un suo libro che parla della coscienza metaletteraria di Dante, ha spiegato che il Sommo Poeta aveva una coscienza esatta dell’importanza del suo poema:” Era convinto che il suo poema, che nel Canto XXV del Paradiso chiama “Poema Sacro”, era diverso dagli altri. Un poema che è qualcosa di totalmente nuovo nella storia e in tutta la cultura italiana. Dante rappresenta lo spirito della concezione universalistica del Medioevo, di tutta la grande cultura europea ”. Per il professor Granese, Dante, che è il simbolo dell’Italia nel mondo che ci rende orgogliosi di essere italiani:” E’ ormai un patrimonio universale”. (Pubblicato su “Il Quotidiano del Sud” edizione di Salerno).
Aniello Palumbo