Considerando il ritardo che si sta verificando nell’attuazione del piano vaccinale non torneremo ad una certa normalità, sicuramente non simile a quella pre Covid – 19, prima di gennaio 2022. E’ questa la previsione del dottor Enrico Coscioni, Past President del “Rotary Club Salerno a.f.1949”, Direttore della Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Ruggi D’Aragona di Salerno e Presidente dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) che ha spiegato che solo per l’autunno si raggiungerà una vaccinazione di massa durante l’incontro “Le prospettive sanitarie ed economiche nel post Covid – 19” fortemente voluto dal Governatore del “Distretto Rotary 2100”, il professor Massimo Franco che, insieme al Comitato Scientifico del Distretto, ha deciso di trattare nel forum, organizzato su piattaforma, un argomento di grande attualità.” Il virus purtroppo è ancora molto pericoloso” – ha affermato il professor Franco – “ Bisogna utilizzare questo tempo per cogliere delle opportunità: è il momento della solidarietà e noi rotariani la stiamo esprimendo.
“ Introdotto dal dottor Ugo Oliviero, (Formatore Distrettuale, socio del “Rotary Club Napoli Sud Ovest”), il dottor Enrico Coscioni ha anche spiegato quelle che sono state le criticità che ha fatto emergere il Covid – 19 nel campo dell’assistenza sanitaria e quelle che saranno gli orientamenti futuri:” La sfida futura è la riorganizzazione del territorio: vanno trovati nuovi modelli assistenziali per ricostruire l’assistenza primaria. Abbiamo la grande opportunità di utilizzare venti miliardi di fondi dedicati dal Recovery Plan alla Sanità. L’Agenas che dirigo si propone di creare un nuovo modello assistenziale territoriale: ad esempio sviluppando e migliorando, anche dal punto di vista dell’assistenza sanitaria e della qualità, le RSA , organizzandole come se fossero degli ospedali”. A coordinare i relatori del forum è stato il professor Giuseppe Servillo, del “Rotary Club Napoli”, Ordinario di Anestesia e Rianimazione, Direttore del Dipartimento di Chirurgia, di Anestesia e Rianimazione dell’Università Federico II di Napoli che ha ricordato le varie fasi di diffusione della pandemia e che in Italia sono state più di due milioni le persone contagiate :” Nel mondo oltre 96 milioni di contagiati Il Covid ha reso evidenti i punti deboli del Sistema Sanitario Nazionale. I tagli alla sanità hanno portato ad avere in Italia un numero di posti letto per malati acuti da 922 del 1980 a 275 del 2013 per ogni centomila abitanti. Anche l’economia ha subito un danno notevole durante l’emergenza Covid – 19: il 70,2% delle imprese hanno fatto ricorso alla cassa integrazione”. L’avvocato Anna Iervolino, Direttore Generale del Policlinico Universitario Federico II di Napoli, ha raccontato la sua esperienza in prima linea, nei reparti, insieme ai medici e al personale sanitario del Policlinico impegnati a combattere il Covid:” Sono stata anche nel reparto di Terapia Intensiva diretto dal dottor Giuseppe Servillo, attenta e pronta a supportare tutte le loro necessità. Durante la prima ondata del Covid, in 48 ore, abbiamo riconvertito12 posti della preesistente Terapia Intensiva in Terapia Covid; in meno di un mese e mezzo, lavorando anche di notte, abbiamo realizzato e allestito una nuova Terapia Intensiva che stiamo utilizzando. Adesso siamo impegnati nella campagna vaccinale: il primo a essere stato vaccinato è stato proprio il dottore Servillo. Questa pandemia ci ha insegnato che nei momenti di crisi c’è bisogno di competenza e professionalità”.
Ad approfondire l’aspetto economico della crisi causata dalla pandemia è stata la dottoressa Rossella Paliotto, Presidente della Fondazione Banco Napoli e di tutte le Fondazioni bancarie del Sud Italia: “ La pandemia si è innestata su una situazione economica già di estrema difficoltà del nostro Paese. L’Italia è arrivata in condizioni difficili a questa emergenza sanitaria: tante persone vivono da tempo con grade fragilità economica e psicologica. Bisogna recuperare una nuova progettualità, soprattutto per le nuove generazioni. I leader che guidano le organizzazioni, in questo momento devono essere di esempio e di traino per tutti: non bisogna abbassare la guardia!”. La dottoressa Paliotto ha sottolineato l’importanza di utilizzare i fondi del Recovery Plan anche per le infrastrutture :” Abbiamo purtroppo un apparato dello Stato iperburocratizzato che non riesce a snellire le procedure e a rendere possibile la concretezza del fare. Il Recovery Plan ha un inizio e una fine: le prime risorse, che in parte andranno restituite, arriveranno all’inizio del 2022 e dovranno essere utilizzate entro il 2026: è fondamentale una veloce sburocratizzazione del Paese per non sprecare quella che potrebbe essere un’ultima opportunità per l’Italia”. La dottoressa Paliotto si è soffermata ad analizzare il gap esistente tra Nord e Sud:” Nel Recovery Plan non bisogna dimenticarsi del Sud, delle sue risorse, delle sue potenzialità: ci sono al Sud 22milioni e mezzo di persone che vivono con un reddito pro capite del 50% inferiore di quello di chi vive al Nord. Il Sud è il luogo dove vive la parte più giovane della popolazione italiana. Il Governo deve consentire a questo pezzo di Paese di recuperare tutto quello che non gli è stato messo a disposizione negli ultimi trent’anni. L’Italia o riparte dal Meridione o non riparte”.
Aniello Palumbo