Scuola, Regioni contro Azzolina, superiori in classe non prima del 7 gennaio.

GIUSEPPE CONTE
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Prossimi al nuovo Dpcm di dicembre che conterrà limitazioni tra regioni e raccomandazioni per il Natale. Conte oggi si aspetta un Rt nazionale all’1. Le Regioni chiedono di prolungare fino al 7 gennaio la DAD per gli alunni delle superiori. I dati Coronavirus di oggi. Sono 339 i nuovi casi di Covid19 in provincia di Salerno. Aumentano ad Agropoli e a Mercato San Severino. Riaperte le scuole per l’infanzia e le prime elementari in Campania, flop a Napoli. Il vaccino non è vicino. Sembra non arriverà a breve, secondo AstraZeneca in quanto ammette che servono studi ulteriori. I numeri del diffuso quadro drammatico Coronavirus.

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In prossimità del nuovo Dpcm  di dicembre che conterrà limitazioni tra regioni e raccomandazioni per il Natale, Conte, il Presidente del Consiglio dei Ministri, oggi attende speranza in un sole nuovo. “Mi aspetto un Rt nazionale all’1, sarebbe un segnale importante, e che molte regioni che sono rosse diventino arancioni o gialle. Questo significherebbe misure meno restrittive per i cittadini.. È necessario fare ancora sacrifici, non possiamo abbassare la guardia. Gli italiani sono consapevoli che sarà un Natale diverso o ci esponiamo a una terza ondata a gennaio, con il rischio di un alto numero di decessi”. Resta il nodo scuola. Il governo aveva puntato al rientro in classe per i ragazzi attualmente in DAD il 9 dicembre, ma le Regioni non ci stanno. Hanno fatto richiesta al Governo di prolungare fino a gennaio la didattica a distanza per gli alunni delle superiori. Tanto emerge dalla riunione tra i governatori e i ministri Boccia e Speranza sulle misure da mettere in atto per fermare i contagi da Coronavirus. Intanto sono aumentate le vittime.

 

I DATI

L’ultimo dato indica 822 morti e 29.003 nuovi casi. Crisanti ritiene il picco superato. Oltre tremila positivi in un giorno in Campania dove la curva del contagio aumenta leggermente rispetto ai giorni precedenti. I casi riscontrati sono 3.008 a fronte dei precedenti 2.815 con un rapporto tra positivi e tamponi (oggi ne sono stati registrati 23.761) del 12,6 per cento rispetto al 12,1 di ieri e al 12,8 di martedì. Gli asintomatici sono 2.681, i sintomatici 327. Il totale dei positivi: 146.018 a fronte di un numero complessivo di 1.508.502 tamponi. I deceduti sono 49, tra il 7 ed il 25 novembre, per un totale di 1.483. I guariti sono 1.723, il totale arriva a 41.151. Si registrano 339 nuovi casi di Covid in provincia di Salerno. Il dato del Ministero della Salute, si riferisce alle ultime 24 ore. I nuovi positivi rientrano nel numero complessivo dei 17.985 registrati fin ora. Da noi, nel salernitano, il virus ultimamente fa sempre meno contagi, ma uccide tanti anziani. I nuovi positivi registrati l’altro ieri dall’Unità di crisi sono stati 295, più del doppio (120) di quelli del giorno precedente, se pure si rileva rispetto alle ultime due settimane un significativo calo. “Aumentano  gli infetti Coronavirus che si aggiungono alla lista nera, dichiara il Sindaco Coppola di Agropoli, ho ricevuto novità da parte dell’Asl: quattro concittadini sono risultati positivi al Covid-19, che nulla hanno a che fare con precedenti casi. Nel contempo ci sono anche 3 guarigioni. Quindi la situazione attuale è la seguente: sono 50 i positivi attuali e 53 i guariti. Come di consueto raccomando il rispetto delle prescrizioni anti-Covid19”. Alle raccomandazioni del Sindaco di Agropoli seguono quelle del Sindaco, Antonio Somma di Mercato San Severino: “Cari concittadini devo, purtroppo, informarvi che abbiamo ricevuto comunicazione di altri 8 positivi al Covid-19…Giungano a loro gli auguri di tutta la comunità di una pronta guarigione. Chiedo a tutti di prestare la massima attenzione nel rispettare le normative e le raccomandazioni”

 

AZZOLINA BOCCIATA DALLE REGIONI 

Sotto questo cielo di morte è fatta salva la scuola, la nostra scuola, almeno per ora. Bocciata la pressante Azzolina. Bocciato il suo ossessivo pensiero di portare in presenza gli 8 milioni di studenti italiani nelle rispettive sedi, in clima prenatalizio. Bocciata la falsa rappresentazione mentale di una scuola immune Coronavirus, nelle luminarie natalizie, fra panettoni, auguri e regali. E’ stata solennemente ricusata la sua proposta formulata ai Sindaci di riapertura per le lezioni in sede, a partire dal 9 dicembre prossimo. Prima della Conferenza Stato-Regioni si è tenuto a Palazzo Chigi, il vertice finalizzato al varo del 3 dicembre  del nuovo DPCM. Le Regioni chiedono di riaprire le scuole non prima di gennaio. Le scuole superiori, su richiesta non dialogante, nel corso della riunione con Boccia e Speranza, tenutasi ieri, dovranno continuare  con la DAD (didattica a distanza) fino all’Epifania. Unica nota fuori dal coro che s’allunga fino all’alba chiara di oggi, porta la stonatura di Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana, una vera sgradevole discordanza. Questi si è detto favorevole alla riapertura almeno per le seconde e terze medie. Toti e Zaia hanno manifestato peculiare contrarietà alla riapertura prima di Natale. In diversi Comuni della Campania, intanto, sono state riaperte le scuole per ’infanzia e le prime elementari, dopo la lunga chiusura disposta dalla Regione per contrastare la diffusione del Coronavirus. A Napoli, però, è stato tutto un flop a causa dell’esigua presenza  dei bimbi in classe. Non è  il caso di far tornare, tra una decina di giorni, due milioni e mezzo di alunni delle superiori, più gli studenti della seconda e terza media delle zone ‘rosse’. E nel mentre tanti primi cittadini e Presidenti delle Province, frappongono un indugio all’azione, in attesa di circostanze più favorevoli, seduti alla foce, le Regioni si adoperano, come travolgenti fiumi in piena, con dinamiche esplicite, mettendo le mani avanti. È un no netto, unanime, senza rinunce quello dei Governatori regionali di tutta Italia alla pretesa insensata di Azzolina di volere aperte le scuole, per la didattica in sede, tra una decina di giorni in piena emergenza Coronavirus. Distinta voce nel corso del vertice Stato-Regioni, è  risultata quella di  Giovanni Toti. È una mossa inopportuna, secondo il Governatore della Liguria, a ridosso delle vacanze del Santo Natale. Qual è  il senso?!  “Le Regioni hanno ritenuto di suggerire al Governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza”, ha dichiarato Toti. “Tutti i governatori delle regioni della penisola hanno riferito al governo che si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento, soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole, in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata”. Ecco, finalmente qualcuno, con sensata voce orientata, almeno in questo caso, alla necessità di politiche imbevute di razionalità  e buon senso, non certo imbambolata e ossessiva da parte di chi vivendo nel “paese delle meraviglie”, risulta incapace di catalizzare la vita comunitaria e le sue effettive problematiche e individuare idonee soluzioni  pragmatiche. Ci si confronta con la realtà, con crudeltà obiettiva talvolta, nelle decisioni politiche e, prima di far valere bisogni e irrilevanze ostentative, legate al consenso gergale politichese, ragioni di puro insensato principio, posizioni per partito preso, si adeguano in primis scelte a tutela della salute, poi, in una emergenza pandemica,  quelle più proprie della cultura. Dobbiamo restare prima vivi! Qualcuno, nella storia della nostra politica più prossima e malsana, dagli scranni del parlamento, ebbe stupidamente a  dire che con la cultura non si mangia, ora perché volete che con la cultura si debba morire prima di Natale?! Non è  il caso di tornare alle convinzioni né dell’allora ministro Giulio Tremonti, né dello stesso Barack Obama, politico a suo tempo salutato con tripudio dall’intellighenzia culturale americana, ma anche globale, per lo stesso convincimento. Non è  quindi il caso di assumere il ritornello di oggi del “voglio l’erba voglio” rimanendo incantati e assenti dalla realtà circostante, attoniti avanti ai “morti nelle piazze” e al minaccioso, facile Coronavirus, capace di insediarsi anche nelle controllate scuole.

 

SPERANZA NEL VACCINO E IN UNA BEFANA GENEROSA

Aspetteremo la befana,dunque, brutta vecchia generosa del mondo fantastico che, scendendo per la cappa del camino, quest’anno porterà, anche nella nostra provincia salernitana, solo buoni regali a tutti e tra questi il vaccino anti-Covid. Magari. Una speranza, ahimè, stentata che forse resterà, almeno a gennaio, purtroppo, ancora parte d’un sogno. Sembra non arriverà a breve, secondo AstraZeneca in quanto ammette che servono studi ulteriori. Noi, invece, vogliamo crederci, dobbiamo crederci in questa befana bruttissima, ma benefica, che di notte, prodigiosamente restituisce normalità e abbracci. Verrà una megera con tutta la sua bruttezza e vecchiaia repellenti senza carbone, porterà un regalo per tutti i 60 milioni di contagi di un mondo che, purtroppo, fino ad oggi, ha pagato un carissimo prezzo con gli oltre 1,4 milioni di decessi covid. Porti ancora l’obbligo di mascherina per i bimbi in aula, come vuole il Consiglio di Stato, ma specialmente rechi una soluzione all’apparente irrimediabile Coronavirus. Questa pandemia erode l’anima e non si risparmia ovunque: negli Stati Uniti record di 2 milioni di contagi in due settimane, nuovo picco in Russia e Corea del Sud. In Germania, dove ci sono stati 22.268 casi nelle ultime 24 ore, il lockdown sarà prorogato fino al 20 dicembre. Dopo il blocco parte del Regno Unito resterà zona rossa. Ecco, questo il quadro drammatico dell’attuale disastro. Riponiamo nel vaccino le speranze di liberarci in tempi ragionevoli del Covid-19, se pure lo stesso non significa immediata e certa immunità per tutti. Si tratterebbe di un “antidoto” di efficacia temporale, che però non dovrebbe far abbassare la guardia.

 

Emilio La Greca Romano