Il Ciauliello ebolitano diventa Prodotto Agroalimentare tradizionale.

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Con una conferenza stampa, svoltasi presso il Comune di Eboli, questa mattina è stato annunciato l’inserimento nell’elenco dei PAT- Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani del Ciauliello. Con il numero 498, la tipica minestra ebolitana che rappresenta un unicum nella tradizione culinaria locale e non solo, in quanto preparata con materia prima rigorosamente essiccata, si aggiunge ai 552 Prodotti Agroalimentari Tipici italiani, diventando a tutti gli effetti una pietanza caratterizzante dell’offerta gastronomica nazionale. Hanno partecipato all’incontro con la stampa, oltre al sindaco di Eboli Massimo Cariello, quanti insieme all’amministrazione comunale sono stati fautori di un percorso virtuoso che ha portato al raggiungimento di questo importante traguardo: la dottoressa Annamaria Nobile, referente per l’Asl Salerno del CriPat- centro di riferimento regionale per la sicurezza della ristorazione pubblica e collettiva e delle produzioni agroalimentari tradizionali, la dottoressa Maria Manuela Russo, vicepresidente dell’Ordine dei Tecnologi alimentari Campania- Lazio, Gustavo Sparano e Carmelo Vignes dell’associazione di ristoratori Le Tavole del Borgo, Vincenzo e Vito Bardascino dell’associazione Il Forno di Vincenzo. Pietanza di origini contadine, il Ciauliello racconta da sempre la storia del territorio. Veniva, infatti, consumato dai braccianti nella pausa del lavoro nei campi della Piana del Sele, nell’immancabile “scurzino” di pane cafone. Tramandato di madre in figlia, con il suo sapore “senza tempo”, esso trova posto tutt’ora sulle tavole delle famiglie ebolitane, ma anche nei menù dei ristoranti del centro antico che hanno saputo conservare integra l’identità di una pietanza che, per l’assenza di grassi animali, incontra anche le più attuali tendenze alimentari. «In qualità di vicepresidente dell’ordine dei tecnologi alimentari Campania – Lazio ho seguito la parte istruttoria della richiesta di inserimento del Ciauliello nei Pat – ha dichiarato la dottoressa Russo – e ho creduto fin da subito nelle potenzialità di un prodotto che rappresenta in maniera indiscutibile l’essenza dei Pat, in quanto sintesi di storia e di cultura del territorio, oltre che di tipicità gastronomica. Il risultato ottenuto è il frutto di una sinergia che ha visto in campo tanti soggetti diversi, dall’amministrazione, all’Asl, alle associazioni, per il conseguimento di un obiettivo comune». «Dopo mesi dall’inserimento del Ciauliello tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali, avvenuto lo scorso 13 marzo in piena pandemia, oggi possiamo finalmente celebrare con soddisfazione la fine di un percorso che ha visto l’Asl Salerno ed, in particolare, il CriPat al fianco dell’amministrazione comunale, promotrice della richiesta – ha commentato la dottoressa Nobile -. Il Ciauliello, emblema della dieta mediterranea, come tutti i Pat italiani diventa finalmente espressione del patrimonio non solo culinario ma anche culturale del nostro Paese, famoso in tutto il mondo per le sue eccellenze gastronomiche». «L’associazione Le Tavole del Borgo ha nel suo oggetto sociale la valorizzazione della tradizione culinaria locale, intesa come veicolo di promozione del territorio e della sua cultura – ha affermato Gustavo Sparano -. In questa ottica, come ristoratori del centro antico ci siamo fatti, nel tempo, promotori, di numerose iniziative. Tra queste l’edizione 2019 de La Notte dello Scorzamauriello, la Ognissanti ebolitana dedicata proprio al Ciauliello e alle tipicità della cucina locale. Oggi la città di Eboli conquista una vera e propria paternità: il Ciauliello diventa figlio non solo della nostra tradizione gastronomica locale ma anche di quella nazionale». «Con l’inserimento del nostro Ciauliello ebolitano tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali, la nostra città raggiunge un importante risultato, nell’ottica della valorizzazione della tradizione locale quale strumento di promozione territoriale – ha affermato il sindaco di Eboli, Massimo Cariello -. La promozione di un territorio non può prescindere dalla salvaguardia delle tipicità gastronomiche e dei processi produttivi ad essi legate. Con i ristoratori de Le Tavole del Borgo e con la dottoressa Nobile, con il supporto dell’Azienda Agricola Carlo Mirra, abbiamo voluto proprio fare questo: dare valore all’espressione più autentica dell’identità locale. Un valore che, da oggi, travalica i confini geografici della nostra terra e va oltre essa».