La sburocratizzazione della Pubblica amministrazione anche e soprattutto a livello locale, il supporto a banche legate al territorio, un investimento nella spesa infrastrutturale e non in quella corrente ed iniziare a tessere una trama che metta in rete istituzioni, associazioni e terzo settore.
Queste, secondo il candidato a sindaco civico Marcello Murolo (Siamo Cavesi), le azioni da attuare subito per ripartire nel post Covid. Il candidato, che nelle prossime comunali sarà supportato dal centrodestra cittadino, ne ha parlato ieri sera nel corso di una web conference organizzata dall’Unione cristiana imprenditori e dirigenti, a cui hanno partecipato anche gli altri tre candidati a sindaco.
“L’emergenza ci ha fatto comprendere che il telelavoro, previsto dal 1993, è un’opportunità per la Pubblica amministrazione e che quello che conta è il conseguimento di un obiettivo e non la mera presenza in ufficio – ha spiegato Murolo – La seconda lezione impartita dal Covid e che le amministrazioni locali non devono perdere sta nel fatto che è necessario intraprendere una rivoluzione culturale che ha come chiave di volta il raggiungimento di risultati e non l’esecuzione di semplici adempimenti”. Il candidato a sindaco ha, poi, precisato: “Non dobbiamo dimenticare quanto sia importante per gli operatori locali l’accesso al credito, che risulta spesso difficile perché le banche sono lontane dal territorio; va, quindi, incoraggiato l’operato delle banche locali, come in Germania dove è rimasto in piedi il sistema delle casse territoriali”. Secondo Murolo, inoltre, “migliorare la capacità di spesa del Comune può essere fondamentale per la comunità perché, in una realtà media come quella di Cava, l’ente comunale è il primo agente di spesa sul territorio”. Per questo non bisogna “preoccuparsi adesso degli equilibri di spesa: le risorse arriveranno. Non credo, peraltro, che rientreremo dal debito tramite una riduzione del debito ma solo stimolando la crescita del Pil puntando soprattutto su spese infrastrutturali”. Infine Murolo ha valorizzato il ruolo delle associazioni e del terzo settore, che devono collaborare con le istituzioni. “Possono essere il terminale operativo degli enti locali – ha concluso – e diventare una terza gamba dell’amministrazione sociale attraverso l’inclusione programmatica nella gestione dell’ente locale”.