Adriano si era come eclissato, coi dieci giorni di libertà datigli da Giovannini, perché si rimettesse in sesto, con la grinta di sempre.
«Scriva o telefoni» – fu l’ultima raccomandazione paterna del buon primario, congedandolo. Ma solo dopo moltissimi giorni arrivò una lettera di Adriano a Giovannini, nella quale l’animo del giovane appariva più calmo, più maturo.
«Mi sono rappacificato con Amelia» – diceva, ad un certo punto, Adriano – «E’ stato come ritrovare il paradiso, dopo l’inferno nel quale mi ha tenuto Valeria per un bel pezzo. Ho capito tante cose, di cui parleremo presto a voce, quando verrò per le consegne».
Gli comunicò, infatti, che per interessamento del fratello di Amelia, egli sarebbe rimasto nell’ospedale di Bologna. Giovannini se ne dispiacque, ma pensò ch’era giusto così.
Intanto stabilì, sempre in pieno accordo con Maximus, che Marco potesse ritornare a casa con Valeria, pur senza smettere i necessari controlli ospedalieri. Il giubilo delle due famiglie, di Marco e di Valeria, era immenso, specialmente Marco junior era felice, perché si riportava a casa «il suo papà, bello, sano, alto così…!».
A casa di Valeria, dove avevano deciso di restare, erano convenuti tutti i familiari, per festeggiare il ritorno di Marco. Tra essi erano gli inseparabili amici di Olga: il segretario comunale e la moglie, che partecipavano con sincerità di sentimento a tanta allegrezza.
«Scusateci, mamma» – disse Marco alla signora Tilde – «Ci accaseremo presto per conto nostro: il tempo di sposarci!».
Ma la suocera ed Olga ad una voce risposero che la casa era abbastanza grande per tutti e che nessuno ormai poteva fare a meno del piccolo Marco.
Le cose sembravano essersi accomodate bene per i nostri protagonisti.
Anche Adriano aveva imboccato la sua strada, trovando finalmente in Amelia una serena comprensione. Aveva l’animo ancora un po’ ingombro dei ricordi di Valeria, ma era ben determinato a staccarla dai suoi pensieri e dalla sua vita. Si sarebbe sposato con Amelia, avrebbe messo su famiglia e al mondo un figlio bello, intelligente, da allevare con gioia, anche per dare un significato concreto e definitivo alla propria vita.
(Continua…)