Alla fonte de “I Promessi Sposi” con il professor Luigi Alfinito alla “Congrega Letteraria” di Vietri sul Mare

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Alessandro Manzoni per scrivere “I Promessi Sposi”, trasse ispirazione anche dalle “Historiae Patriae”, scritto in latino da Giuseppe Ripamonti, storico e canonico milanese. Nell’aprile del 2019 è stata pubblicata un’antologia tratta dalla “Historiae  Patriae” intitolata: “La signora di Monza e altre storie patrie” che contiene i passi, in latino e in italiano, dai quali trasse ispirazione il Manzoni per la composizione del suo romanzo storico. La traduzione di questi passi è stata affidata al professore salernitano Luigi Alfinito, già professore di Latino e Greco nei licei salernitani, che   li ha spiegati nell’ambito degli “Incontri di Cultura”,  organizzati dal professor Antonio Gazia e da  Alfonso Vincenzo Mauro, direttori artistici dell’associazione culturale “La Congrega Letteraria” di Vietri sul Mare, , con il sostegno dell’Amministrazione Comunale, nelle persone del Sindaco Giovanni De Simone e dell’Assessore alla Cultura Antonello Capozzolo.

Presentato dal professor Aniello Di Mauro, il professor Alfinito ha parlato della Monaca di Monza,  dell’Innominato e del Cardinale Borromeo:” Questi passi ci consentono di entrare nell’officina creativa dell’opera manzoniana per capire come Manzoni ha lavorato sulla fonte” – ha spiegato il professor Alfinito che ha messo a confronto il Manzoni e il Ripamonti – ” Nella trattazione della Monaca di Monza, ad esempio, anche il Ripamonti sa che Gertrude è stata costretta alla monacazione ma,  essendo una giovane di elette virtù, le attribuisce la colpa  della sua caduta nel vizio, mentre il  Manzoni rovescia questo giudizio,  attribuendo la maggiore responsabilità all’educazione e alla crudeltà mentale del padre, che la chiude in camera dopo aver scoperto, attraverso una lettera consegnatagli da una cameriera,  la  tresca della figlia  con un paggio”. Nel suo testo il Ripamonti parla anche della peste che colpì il territorio lombardo nel 1630  e della conversione  dell’Innominato:”  Nel Ripamonti la conversione è miracolistica, prodotto dalla potenza taumaturgica della parola  del cardinale Borromeo. Nel  Manzoni, invece, trovi i germi di giustizia nell’uomo antico, un sussulto d’orgoglio nell’uomo nuovo: la conversione non è inverosimile, ma inverata dall’indagine razionale”.  Il professor Alfinito ha sottolineato l’importanza del testo del Ripamonti:” Ha dato testimonianza del suo tempo e ispirato la fantasia del Manzoni che per accendersi aveva bisogno di precise coordinate storico – geografiche”.

Aniello Palumbo