“La Salernitanità” di Adolfo Gravagnuolo alla “Fondazione Menna”.

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 “Salernitanità. Racconti sparsi”, è il titolo del libro scritto da Adolfo Gravagnuolo, che  racconta il suo amore per la nostra città, come ha scritto nella prefazione la professoressa Maria Teresa Volpe Amarante, che  è stato presentato nella sede della “Fondazione Menna”, presieduta dal dottor Claudio Tringali, durante un incontro organizzato dalle associazioni “Amici della Fondazione Menna”, “50&Più”, “Parco Storico Sichelgaita”, “Inner Wheel Salerno Carf” e “Soroptimist Club Salerno”, presiedute rispettivamente da Rosanna Belladonna, Giulio Rocco Castello, Clotilde Baccari Cioffi, Diana Sardone Di Lorenzo e Angela Guerra.  A presentare il libro è stato l’avvocato Michele Bartolo mentre a leggerne alcuni passi, è stata l’attrice Pina Russo.

Il musicista Matteo Cantarella ha cantato alcuni brani che hanno richiamato le atmosfere raccontate nel libro di  Gravagnuolo che ha ricordato la Salerno di alcuni anni fa attraverso i luoghi caratteristici della nostra città come  Piazza Flavio Gioia, da tutti chiamata ”La Rotonda”, apprezzata negli anni ’60 anche da Giuseppe Prezzolini, dove ogni mattina, tra le voci urlanti, si teneva il mercato e dove arrivavano anche le donne con la cesta in testa per vendere i loro prodotti. L’ha ricordata anche  attraverso personaggi che tutti hanno conosciuto come la  signora delle Poste , con le labbra truccate di colore rosso, la Suora del Capitol, Spic e Span. Alcuni racconti sono dedicati anche  a:  Donato Vestuti, al quale è stato dedicato lo stadio di Piazza Casalbore;   alla Festa di San Matteo;  all’Alzata del Panno, che vedeva coinvolte alcune piazze come Largo Campo e Piazza Amendola. Gravagnuolo nel suo libro ricorda anche la nevicata del ’56 a Salerno; la nascita, negli anni ’60, del Bar Nettuno, sul Lungomare, che diventò il punto di riferimento dei giovani “nettuniani” e dove, il 21 settembre del 1975 nacque il primo gruppo Ultras d’Italia. Tanti altri sono i bar citati da Gravagnuolo: il Bar Ponte, il Bar Varese, punto di ritrovo della “Salerno bene”,  il Bar Venezia, frequentato anche da  un ambulante che vendeva “’i lent po’ sol’ ‘i lent pa’ vista”, il  Bar Tafuri,  il Bar Roma, il Bar Nazionale, il  Bar Cannavale, l’unico ad avere la macchina per il gelato Carpigiani, il Bar Massimo a Torrione, che era  quello con più flipper a Salerno.  Gravagnuolo ricorda anche i cinema che non ci sono più: il Metropol, il Capitol, dove si giocava la schedina il sabato sera, l’Astra, l’Augusteo, il Vittoria, il Diana, il Modernissimo, il Mini, inaugurato nel 1973,  e l’ Apollo di Via Vernieri,  l’unico ancora  rimasto in città. Gravagnuolo ricorda anche di quando i giovani di ritorno dalle discoteche della Costiera, si fermavano a mangiare la zeppola a Molina di Vietri e alcuni dei ristoranti e delle pizzerie più frequentate: il “Vicolo della neve”, “Il Fusto d’Oro”, la ”Pizzeria dello Sport”, chiamata da tutti la pizzeria del Gobbetto, dove con 350 lire si compravano pizza e birra.  Gravagnuolo ricorda anche la bancarella delle caramelle veneziane sul Corso Vittorio Emanuele, davanti al negozio “Singer” e l’apertura, nel 1966, del primo pub a Salerno, il “Caffè dei Mercanti” che accoglieva i ragazzi del Circolo Universitario “La Scacchiera” di Palazzo d’Avossa, ma anche importanti intellettuali come Achille Bonito Oliva, Alfonso Gatto e il pittore Tafuri.  Tanti i momenti importanti vissuti dai salernitani come quello, nel 1964,dell’arrivo a Salerno de  “Il Cantagiro”, con Gianni Morandi, Little Tony, Gino Paoli, presentati da Enrico Maria Salerno e Pippo Baudo. Gravagnuolo dedica ampio spazio all’arrivo a Salerno, alla fine del 1975, delle radio libere e private: Radio Salerno 1, Radio Salerno City, Radio Alfa, Radio Panorama, Radio Tris, Radio Gamma, Radio Stella, Radio Onda Libera. Gravagnuolo ha  ricordato anche i modi di dire più usati  alcuni anni fa:” Le  persone che abitavano a Torrione o a Pastena,  sulla filovia, al bigliettaio che staccava il biglietto che costava 40 lire dicevano “Vac’ a Saliern”.                                                                                                                                 Aniello Palumbo