dall’Ufficio Stampa dell’ANPAR (Associazione Nazionale per l’Arbitrato & la Conciliazione) riceviamo e pubblichiamo:
C’è chi non capisce nulla di mediazione e si permette di criticare una sentenza del tribunale di Roma emessa dal giudice Moriconi della XIII sezione, con la quale una compagnia di assicurazione è stata condannata per non aver partecipato alla mediazione demandata dal giudice.
La compagnia di assicurazione è risultata soccombente nel “giudizio” e condannata non solo al versamento di una somma pari al contributo unificato ma anche al versamento di un importo di natura indennitaria pari al doppio delle spese processuali a titolo di responsabilità aggravata senza necessità di apposita istanza della parte vittoriosa.
La critica da dove viene? Da un avvocato che ha guardato sempre con sospetto, timore, e avversità la mediazione civile, i mediatori e gli stessi colleghi che portano a termine la procedura di mediazione con serietà e professionalità. Le critiche alla sentenza citata, sono ingiuste ed ingrate.
Se la compagnia di assicurazione è stata giustamente condannata la colpa di chi è? E’ dell’avvocato che ha mal consigliato la propria assistita di non farla partecipare alla mediazione!. Vuoi vedere che l’avvocato che ha dato questo consiglio è lo stesso che critica questa sentenza? Agli azionisti spetta il compito di farsi sentire dai vertici della compagnia di assicurazione affinchè sia effettuata una richiesta di risarcimento danni per responsabilità professionale nei confronti di questo avvocato.
Gli errori professionali non possono essere forme di ricatti per abolire un istituto giuridico che nulla ha a che vedere con il mancato rispetto della legge da parte di chi la deve rispettare e far rispettare.
Ufficio stampa A.N.P.A.R