AltraScena
presenta
COME BRITNEY SPEARS
di e con
Giorgio Montanini
domenica 16 febbraio – ore 21
Sala Pasolini
Nel suo nono monologo inedito Come Britney Spears, Giorgio Montanini mette in discussione l’unico vero baluardo trasversale e condiviso da tutti, quello che tiene in piedi il genere umano: l’antropocentrismo.
Quando si è costretti ad affrontare una situazione critica, il confine che separa la consapevolezza dall’isteria è ambiguo, ingannevole.
È dalla sua comparsa sul pianeta che l’essere umano cerca disperatamente ed ostinatamente il giusto percorso che lo conduca alla serenità, alla pace e alla felicità.
Dalla notte dei tempi ad oggi, abbiamo continuamente sbagliato strada a causa della nostra isteria ed inconsapevolezza… Il risultato? Che ci ritroviamo con pochissimi analfabeti ma tantissimi stupidi.
Convincersi che il lavoro e la remunerazione siano i valori fondanti della realizzazione dell’essere umano, come conseguenza ha avuto la regressione culturale e sociale della nostra specie.
In Italia quasi il 30% della popolazione è analfabeta funzionale, quasi il 30% degli Italiani è regredito a tal punto da non capire più cosa legge (o peggio scrive), nonostante si tratti di testi semplici e dai concetti elementari. In una sola parola: stupido. A rendere la situazione un incubo è il fatto che siano proprio gli stupidi ad alzare la voce e a metterci la faccia.
Colpevolizzare gli stupidi, però, è efficace quanto per un naufrago spegnere la sete trangugiando l’acqua del mare.
Non c’è nulla di più ipocrita che deresponsabilizzarsi incolpando gli stupidi della deriva. I cattivi sono solo uno specchietto per le allodole; la colpa è dei buoni. La colpa è degli animalisti, antirazzisti ed antifascisti, degli ambientalisti, anticapitalisti e dei femministi… La colpa è di chi sbandiera sani princìpi, ma ne ignora doveri e responsabilità. Pur di disertare la battaglia, affidano il compito di rappresentarli a improbabili personaggi che sfiorano il grottesco. Così ci ritroviamo a legittimare, come custode del valore dell’ antifascismo, un quindicenne della periferia romana. Affidiamo le sorti del pianeta Terra ad una ragazzina minorenne con la sindrome di Asperger. Lasciamo che i nostri pallidi e timidi singulti rivoluzionari trovino sfogo nelle reazionarie e banali opere di un inesistente e contemporaneo Zorro in malafede. Senza nessun rispetto per la nostra dignità, fingiamo di credere che l’oracolo rivelatore del senso della vita sia un’atleta paraolimpica appena maggiorenne.
Presunzione, ipocrisia e politically correct, sono i veri nemici da combattere.
Quando riusciremo a liberarci di questi ingombranti fardelli, potremo vederci finalmente per ciò che siamo: spauriti ed insignificanti esseri che tentano di sopravvivere in territorio ostile.