Il Fascismo e l’Antifascismo nel Salernitano spiegato dal Professor Alfonso Conte alla Congrega Letteraria di Vietri sul Mare.

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E’ stato il  professor Alfonso Conte, Docente di Storia Contemporanea al Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione all’Università di Salerno a parlare di  “Fascismo e Antifascismo nel Salernitano”, dal 1919 ai nostri giorni, ricordando  anche alcuni personaggi della politica salernitana e vietrese del periodo fascista, presso la sede del “Circolo Unione Sportiva Vietrese”, presieduto da Pasquale Mola, nell’ambito degli “Incontri di Cultura” organizzati dai direttori artistici dell’associazione culturale vietrese “La Congrega Letteraria”, Antonio Gazia e Alfonso Vincenzo Mauro, con il sostegno dell’Amministrazione Comunale, nelle persone del Sindaco, Giovanni De Simone, e dell’Assessore alla Cultura, Antonello Capozzolo.

Il professor Conte ha ricordato la nascita del Fascismo:” Nel   1919,  a Milano, Benito Mussolini fonda un movimento politico: “I Fasci italiani di combattimento” e le tappe che hanno portato alla sua  nascita:” Nel 1915, nelle famose “Giornate di Maggio”, Gabriele D’Annunzio, per la prima volta in Italia,  organizza delle manifestazioni di piazza che divengono  uno strumento politico: tutte le forze politiche favorevoli all’intervento in guerra dell’Italia utilizzano le manifestazioni di piazza per  costringere i deputati a votare a favore dell’entrata in guerra. A partire da quel momento  la piazza ha la meglio sul Parlamento, sulla democrazia rappresentativa”. Altro anno importante è il 1917:” Quando  l’Italia  ebbe una profonda crisi militare, sociale e  morale:   quelli  che erano stati  contrari alla guerra, soprattutto i socialisti,  scesero in piazza per ribadire le loro ragioni. Si uscì da quella crisi grazie ad un grande patto di unità tra tantissimi italiani di quel periodo: ci fu una chiamata alla responsabilità, alle diverse parti politiche e all’opinione pubblica e l’Italia seppe risollevarsi e, attraverso quell’unità, si arrivò, nel 1918, a vincere la Prima  Guerra Mondiale. Questa esperienza insegnò che se ci si mette insieme e non ci si divide politicamente si è più forti e si può vincere. Con la frammentazione il Paese si indebolisce fortemente”. Conte ha raccontato che pur avendo vinto la guerra l’Italia con il trattato di Londra perde la Dalmazia:”  D’Annunzio conia uno slogan: “La vittoria mutilata” per dare l’immagine di come quella guerra fosse stata vinta dagli italiani e poi persa dai politici che resero inutile il sacrificio della popolazione con una condotta inadeguata al tavolo delle trattative. La sfiducia nei confronti dei politici nel 1919 arrivò a livelli altissimi. Colui che riuscì a dare voce a questo diffuso senso d’ insoddisfazione fu  Benito Mussolini che nel 1919 fondò il Fascismo come Movimento, che però non aveva  alcuna ideologia. Nel 1921 nasce il Fascismo reale, il Partito dell’Ordine, per fronteggiare la paura della rivoluzione comunista e difendere gli interessi di proprietari e imprenditori. Questo al Nord, mentre al Sud, nel primo dopoguerra, c’è una realtà sociale completamente diversa: non c’è un movimento operaio, non ci sono movimenti contadini. La nascita del fascismo al Sud avverrà in ritardo e avrà un carattere ideologico: sono in pochi che, per simpatia verso quest’uomo nuovo della politica italiana, aderiscono al fascismo.  Nella provincia di Salerno in particolare, la forza politica nettamente maggioritaria è quella che fa riferimento a Giovanni Amendola, uno dei principali esponenti della Liberal Democrazia”.  Altra data importante è il 28 ottobre del 1922:”C’è la marcia su Roma, Mussolini va al Governo. Anche nel Mezzogiorno inizia   la corsa al tesseramento nel Partito Fascista”.  Conte ha anche raccontato il grande scandalo che coinvolse i fascisti:” Nel 1924 Giacomo Matteotti , esponente del Partito Socialista, denuncia in Palamento  i brogli elettorali di cui si erano resi responsabili i fascisti. All’uscita dal Parlamento viene rapito e poi ucciso.  Gli avversari di Mussolini chiedono le sue dimissioni e al Re che si ponga fine a quest’esperienza: nasce per la prima volta l’Antifascismo. Con il discorso  alla Camera del 3 gennaio Mussolini minaccia  di adottare misure di polizia che caratterizzeranno la dittatura fascista: l’opposizione scompare”. Il professor Conte ha anche ricordato che a Salerno, nel 1924 ci fu un’importante manifestazione al Liceo Tasso che era il “Convitto Nazionale”, con esponenti delle principali forze politiche dell’epoca come Carlo Petrone. “ In quegli anni abbiamo anche i giovani fratelli socialisti Luigi e Cecchino Cacciatore, Raffaele Petti, e Nicola Fiore che fu il promotore della prima sezione del Partito Comunista in Provincia di Salerno”. Conte ha anche  ricordato alcuni importanti esponenti politici vietresi dell’epoca come  Attilio Piccinino, Severino Nobili e  Oliviero Sculati e che:” In una industria ceramica di Vietri, dove lavorava Ugo De Feo,  venivano riprodotte le copie del  giornale “L’Unità” che poi venivano portate  a Napoli da giovani come  Aniello Raimondi. De Feo si riuniva a Vietri con i suoi Compagni e, per sfuggire alla vigilanza della polizia, organizzava le riunioni sulle barche, al largo di Vietri”. Conte ha raccontato che:” A  partire dal 23 luglio del 1943 l’Antifascismo torna sulla scena pubblica, libero di agire, prima al Sud che al Nord, perché gli americani, l’8 settembre, liberano il territorio. Agli inizi del 1944 Salerno fu sede del Governo: qui Palmiro Togliatti fece un discorso, passato alla storia come “la svolta di Salerno”, che richiamava all’unità antifascista  e che diventò la premessa indispensabile per la scrittura  e l’approvazione della Carta Costituzionale: il risultato più straordinario dell’esperienza antifascista. Fu il momento della responsabilità nazionale”. (FOTO DI EDOARDO COLACE).

Aniello Palumbo