Nel giorno della nascita della Convenzione ONU sui “Diritti dell’infanzia” , 20 novembre, gli studenti incontrano presso la sala Teatro “Don Tonino Bello” della Parrocchia “Gesù Redentore”un papà molto speciale, Guido Marangoni, ingegnere informatico, autore del libro “ Anna che sorride alla pioggia (Premio Selezione Bancarella 2018).Dal 2015 Marangoni è stato speaker ufficiale al TEDx con il suo talk La potenza della fragilità, e a maggio dello stesso anno ha aperto la pagina Facebook Buone notizie secondo Anna, in cui ha scelto di sorridere dei luoghi comuni sulla sindrome di Down, ideando e realizzando un modo originale e ironico di rapportare il mondo globale e se stesso alla disabilità. . Gira le sale , i teatri e le scuole di tutta Italia anche con lo spettacolo “Siamo fatti di-versi, perché siamo poesia”, ispirato al suo libro.
Ai ragazzi e ai docenti delle scuole salernitane si racconta così:
“Un’ora dopo aver letto l’esito del test di gravidanza, avevo già montato un canestro in giardino. «È un maschio, me lo sento!». Perché dopo due meravigliose figlie femmine era giusto, se non pareggiare i conti, almeno bilanciare un po’ le parti. A Daniela l’ultima cosa che interessava era il sesso della creatura che portava in grembo. Bastava che fosse sana, diceva. Che poi è il pensiero di ogni genitore, solo che, quando la vita ti ha già messo alla prova, quel pensiero non lascia spazio a nessun altro. Poi ci fu il succo alla pera. Qualche sorso per svegliare a suon di zuccheri il piccoletto, in modo che si posizionasse a favore di ecografo. Fu quello il giorno in cui capii che mi dovevo preparare, perché qualcosa stava davvero per cambiare. Quando la dottoressa ci convocò e senza tanti preamboli ci disse: «Si tratta della trisomia 21», invece, capii un’altra cosa: che Daniela era già pronta. «È maschio o femmina?», chiese, lasciandomi a bocca aperta ancora una volta. Perché adesso sì, l’unica cosa che contava era sapere chi sarebbe arrivato nella nostra famiglia. Era Anna la buona notizia che stavamo aspettando”.
Anna oggi ha quasi sei anni, è una bambina serena, felice, basta guardare le foto che il suo adorato papà Guido pubblica su facebook e su istagram, non per esporla , ma per condividere la gioia di quel sorriso che lei spalanca a noi tutti presunti “normodotati”. Bisogna avere molta forza e determinazione per essere come Guido, Anna, le sue figlie adolescenti e sua moglie Daniela, avere il coraggio di parlarne, di raccontare e di raccontarsi, senza paura, come un giorno disse a Guido bambino madre Teresa di Calcutta, quando lui a sette anni la incontrò.
Guido Marangoni ha narrato una storia , anche la sua storia, di ex bambino balbuziente, che grazie all’uso di un microfono non balbetta più. E così fuori le mura delle aule scolastiche, in una sala Teatro gremita ha dato a tutti una lezione di vita, di resilienza reale, di impegno civile, perché come quando era ragazzo, ancora svolge numerose attività di volontariato, senza vergognarsene, senza paure ma con l’umiltà di sentirsi a volte inadeguato, a volte esagerato, a volte solo, oggi un po’ meno con quei duecento occhi che lo fissavano commossi e interessati e stranamente senza cellulari distrattori . Sì li avevano in mano, ormai sono le loro protesi , ma in quanto strumenti scegliere le immagini sui social che hanno poi condiviso e visionato, curiosi dopo il suo racconto. Questi incontri, animati da don Pietro Mari e da don Ciro Torre, che da sempre provocano la scuola, i giovani, fedeli e non, all’ascolto dell’altro, che loro definiscono solo semplici “testimonianze” sono efficaci e utili, e non solo per i ragazzi, non sono sermoni, né prediche, ma ci regalano storie di vite vissute e noi tutti li ad “ascoltare”, esercizio spesso dimenticato nelle comunità a volte ipocritamente “educative o educanti”.
Gilda Ricci