Il 22 maggio, alle ore 21,00, al Teatro A. Genovesi (via Principessa Sichelgaita, 12), Casa della poesia organizza una grande serata dedicata a Jack Hirschman, uno dei maggiori poeti contemporanei, leggenda della controcultura americana, fondatore della Casa della poesia, in Italia per un tour di letture e per presentare il suo nuovo libro italiano 28 Arcani.
Sarà anche l’occasione per illustrare l’attuale situazione di Casa della poesia e i suoi progetti futuri, ma soprattutto per festeggiare il traguardo degli 80 anni raggiunto dal “poeta laureato” di San Francisco.
Con noi per festeggiare Jack: Gaspare Di Lieto, Giancarlo Cavallo, Maurizio Carbone, Francesco Napoli, Massimo Mollo e tanti altri amici…
La serata è organizzata grazie alla collaborazione dell’Istituto Superiore “Genovesi – Da Vinci” di Salerno.
Gli Arcani rappresentano, nella vasta produzione poetica di Jack Hirschman, un elemento fondamentale e straordinario, il punto più avanzato della sua ricerca. Si tratta di lunghi componimenti nei quali la sua scrittura si esalta e si libera, nei quali confluiscono le sue sensibilità, le sue ossessioni ed i suoi amori, fondendo l’impegno politico e i temi sociali – sempre presenti nella sua poesia – con gli strumenti letterari acquisiti negli anni: la lezione surrealista, la cultura yiddish, la scuola beat, la cabala, le invenzioni lessicali e linguistiche, le associazioni mentali.
Negli Arcani si miscelano sapientemente la vita di strada con la storia, gli incontri reali o immaginari con la solennità del sacro, l’eros in contrapposizione alla pornografia, l’ossessione dell’olocausto e degli orrori del fascismo vecchio e nuovo.
Amplificando la sua straordinaria capacità di scrittura in queste opere prendono corpo frammenti di ricerca poetica, immagini e temi cari al poeta, la realtà unita al metafisico, l’attualità fusa con la memoria.
Dal figlio alla moglie, dal padre alla nonna, e ancora da Ginsberg a Pasolini, da Ferlinghetti a Chaplin, i volti sembrano sovrapporsi e confondersi, incontrarsi e scontrarsi, il dolore personale e quello “politico” confluiscono in una straordinaria poesia in cui la pietas raggiunge le vette più alte.
Guardando al mondo contemporaneo e alle sue modificazioni, alla storia, al declino e all’agonia della civiltà occidentale, al ruolo dei nuovi sistemi di comunicazione, alle lotte e alle rivoluzioni, all’orrore delle guerre mai giuste, Hirschman riesce sempre a dare un segno di speranza, fiducioso com’è negli uomini e soprattutto nella poesia.