“ Se riesci a fare un lavoro che ti piace o fai in modo di fartelo piacere , diventi vivo, smetti di sentirti vittima di un ingranaggio”. Sono le parole che Carlo, il protagonista del nuovo libro del giornalista, scrittore, saggista e poeta salernitano Andrea Manzi: “Giornalisti all’inferno”, edito da “Europa Edizioni”, scrive al figlio Lorenzo al quale racconta che: ” Essere direttore di un giornale può regalare gioia, solo se, però non ci si lascia stritolare dai meccanismi della macchina giornale”. Un libro, quello di Andrea Manzi, autore di saggi e di libri di poesia, alla sua prima esperienza narrativa, che è anche un po’ autobiografico:” C’è una parte di me nel libro, a livello di vissuto emozionale legato anche alla mia professione di giornalista, anche se però non è autobiografico. Il protagonista, Carlo, sono un po’ io, poi ci sono tutti i tipi psicologici che ho conosciuto nel corso della mia attività che ho cominciato quarant’anni fa. Per leggere l’umanità di un giornalista tipo, mi sono servito di un genere letterario: il noir, che è una variante del genere poliziesco. Racconto dei flussi di coscienza di un giornalista, considerato eroe contemporaneo, che da eroe diventa antieroe, vivendo la sua quotidianità”.
Il romanzo di Andrea Manzi, dedicato al figlio Carmine Maria, è stato presentato presso la sede della Fondazione Menna, in occasione dell’inaugurazione dell’anno sociale dell’associazione “Parco Storico Sichelgaita”, presieduta dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi che ha scelto di affrontare la tematica “Giornalismo e Letteratura”: ” Abbiamo voluto parlare di giornalismo e letteratura, che hanno in comune la scrittura, la parola, in un momento in cui il giornalismo attraversa un momento particolare”. Dopo i saluti del dottor Claudio Tringali, Presidente della Fondazione Menna, che ha ricordato i tanti eventi che saranno organizzati presso le sede della Fondazione:” Spaziano nei vari campi della cultura”, a raccontare la trama del libro è stato il Senatore Alfonso Andria:” Un romanzo, un giallo – noir, nel quale emerge la raffinatezza dell’intreccio narrativo. Carlo è un giornalista cinquantenne al centro di un caso giudiziario, “prigioniero dietro le sbarre del mal vivere”. Il libro ricostruisce e descrive una dimensione infernale: già il titolo evoca uno scenario abbastanza inquietante. Sicuramente potrebbe diventare un’opera cinematografica ”. L’avvocato Michele Bartolo, Vicepresidente del “Parco Storico Sichelgaita”, ha spiegato le interazioni esistenti tra giornalismo e letteratura:” Sono due mondi diversi che interagiscono tra loro: ci sono giornalisti che hanno scritto romanzi e scrittori che hanno scritto sulla carta stampata. Ci sono punti in comune come la narrazione, la funzione sociale di entrambi, anche se la letteratura è arte , il giornalismo è un mezzo di comunicazione”. Il regista teatrale Pasquale De Cristofaro, con competenza e professionalità, ha letto alcuni brani del libro. A dare il patrocinio alla manifestazione è stato l’Ordine degli Avvocati di Salerno, presieduto dall’avvocato Silverio Sica i cui saluti sono stati portati dall’avvocato Carmen Maria Piscitelli, Consigliere dell’Ordine, che ha evidenziato il legame esistente anche tra avvocatura e giornalismo:” Entrambi hanno la necessità di scrivere in poco tempo, ricorrendo alla sintesi per esprimere un concetto. Meno tempo si ha, meglio si scrive”.
Aniello Palumbo