San Pantaleone è festeggiato almeno in due grossi centri del territorio salernitano. A Ravello, il 27 luglio, la festa si caratterizza tra l’altro per il rituale della liquefazione del sangue, che si ripete da almeno mille anni: si tratta di un rito comune a quello che si svolge a Napoli per San Gennaro.
Pare che l’ampolla del sangue di San Pantaleone “fosse stata trafugata in Oriente da alcuni marinai di Amalfi”, costretti a depositare in prossimità di Ravello le reliquie del santo.
Il sangue di San Pantaleone fu conservato in una grande ampolla custodita nella chiesa a lui dedicata a Ravello.
Successivamente l’ampolla fu traslata nel Duomo e donata in piccole quantità alle varie comunità.
Contrariamente al sangue del patrono napoletano, la liquefazione del sangue di San Pantaleone si realizza autonomamente, senza che nessuno maneggi o tocchi l’ampolla.
A Vallo della Lucania, il santo è anche il patrono, oltre che della città, dell’intera diocesi, e di conseguenza la festa è importante per la presenza di autorità civili e religiose, oltre che di tanti abitanti provenienti da luoghi lontani.