Connessioni creative. Percorsi fra parole, tecnologie ed arte, sabato 18 al Museo di Pontecagnano a cura dell’Istituto Picentia.

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Il progetto, realizzato dagli alunni dell’istituto comprensivo statale Picentia di Pontecagnano-Faiano, nell’ambito del Pon “Digitalmente creativi”, sarà presentato domani, 18 maggio (ore 19.30, museo archeologico, Pontecagnano) durante l’evento “Connessioni creative. Percorsi fra parole, tecnologie ed arte” promosso, nell’ambito della Notte dei musei 2019, dal Museo archeologico nazionale di Pontecagnano-Faiano.

Coniugando la didattica attiva con l’archeologia, realtà aumentata e stampa tridimensionale, gli alunni della scuola media hanno creato, nel “Digital open space” della Picentia, modelli tridimensionali degli antichi manufatti etruschi visualizzabili virtualmente su una superficie reale così da dare la sensazione di poterli toccare con mano.

Il progetto, ideato dal professor Giovanni Fattorusso (docente di Tecnologia dell’Ic Picentia), è stato realizzato in collaborazione con il Museo e con il professore Ugo Erra del dipartimento di Matematica e informatica dell’Università degli Studi della Basilicata.

I reperti, che sono i più rappresentativi per epoca e luogo di ritrovamento, sono stati selezionati con il supporto della direttrice del museo Gina Tomay.

«Con questa esperienza – commenta la dirigente scolastica dell’Ic Picentia Ginevra de Majo – i nostri alunni hanno avuto la possibilità sviluppare le proprie competenze digitali in linea con quanto richiesto dal piano nazionale Scuola digitatale, utilizzando le nuove tecnologie informatiche e i relativi dispositivi in modo consapevole e attivo. Nel contempo hanno approfondito le conoscenze storiche ed archeologiche della loro città, in modo trasversale utilizzando le Tic (tecnologie della informazione e comunicazione) per analizzare il contesto in cui vivono, le sue origini storico-artistiche, progettando e realizzando contenuti complessi destinati alla fruizione dei visitatori del museo».

Il progetto.

Nella fase I gli alunni hanno eseguito la scansione tridimensionale di alcuni reperti presenti nel museo – dopo averli schedati individuando periodo, luogo e caratteristiche morfologico-decorative con l’aiuto della professoressa Rossana Rogato, archeologa e docente di Lettere – riproducendo i modelli digitali utilizzando una stampa 3D.

Nella fase II, invece, si è realizzata la visualizzazione dei modelli tridimensionali attraverso la realtà aumenta, una tecnologia che permette di sovrapporre alla realtà percepita dal soggetto, ad esempio attraverso uno smartphone, una realtà virtuale generata dal computer.

«I ragazzi – spiega il prof Fattorusso – stanno apprendendo i rudimenti per la realizzazione di marker e la visualizzazione dei reperti con visori o dispositivi mobili come cellulari o tablet. L’obiettivo è fornire i contenuti digitali al progetto Musée Eclaté che prevede la realizzazione di un percorso museale diffuso per le strade della città. Inquadrando dei marker con un dispositivo mobile, i visitatori potranno così visualizzare, attraverso la realtà aumentata, gli antichi manufatti nei luoghi di ritrovamento, e fruire di contenuti multimediali e schede informative».

Il Museo archeologico ha, inoltre, affidato all’Ic Picentia la realizzazione di una sezione espositiva per ipovedenti, utilizzando le stampe tridimensionali dei modelli riprodotti nel laboratorio Dos per consentire ai visitatori di fare una esperienza tattile, toccando fisicamente le riproduzioni degli oggetti individuati.

«I modelli 3D ottenuti attraverso la fotogrammetria – precisa il professore Ugo Erra – si prestano a molteplici utilizzi, per questo sono stati usati sia per la stampa 3D che per la visualizzazione tramite la realtà aumentata. In questo caso i reperti etruschi ottenuti attraverso la fotogrammetria (vasi, lucerne, utensili) saranno visualizzati virtualmente su qualunque superficie dando quindi la sensazione di averli fra le mani».