Per Amore della Nostra Terra, giovedì 21 a Baronissi.

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Giovedì 21 febbraio, alle ore 17:00, presso l’Auditorium dell’I.C. “Villari” di Baronissi – via Unità d’Italia, 19 – si terrà il convegno “Per Amore della Nostra Terra”. L’evento è stato voluto e organizzato dal presidente del Club per l’UNESCO, prof. Umberto Landi, in collaborazione con la D.S. dell’I.C. di Baronissi, prof.ssa Maria Annunziata Moschella. Insieme a loro, interverranno, all’incontro, don Aniello Manganiello, ex-prete di Scampia e fondatore dell’associazione “Ultimi”, e il dott. Ciro Corona, presidente di (R)Esistenza anticamorra, entrambi impegnati nella lotta alle mafie e all’illegalità. Coordinerà Antonio Manzo, direttore de La Città di Salerno.

Durante la manifestazione, sarà introdotto il libro- inchiesta di Gerardo Magliacano, “SERVI della GLEBA”, un’opera di denuncia e di resistenza. Lo scrittore della Valle dell’Irno presenterà, per la prima volta, la nuova fatica ai suoi concittadini. Magliacano, con la sua opera, ci spinge a riflettere sulle nostre responsabilità, ma anche sulle nostre potenzialità inespresse. Ci inviterà a recuperare quella memoria collettiva, che negli anni si è cercato di cancellare, necessaria per augurarsi un futuro che possa essere un nuovo e irreprensibile  Risorgimento. L’intento del convegno sarà, inoltre, quello di mostrare l’altra faccia, quella pulita, di Gomorra: non una telegenica fiction, ma un autentico ritratto della realtà. Oltre a denunciare i mali, si cercherà anche di decifrarne i “beni”. Si passerà quindi dalle “Scampia d’Italia” descritte da don Aniello Manganiello nel suo libro Gesù è più forte della camorra a (R)esistere a Scampia di Ciro Corona fino ai Servi, che dalle Scampia alle Baronissi, sono stati effigiati dalla ‘penna’ di Gerardo Magliacano.

«“Questi sono stati servi come Gesùcristo, che si è immolato per Amore – scrive Magliacano nel suo libro – Servi messi in croce. Servi trivellati di piombo su un altare o in una mehàri. Servi dilaniati su un’autostrada, insieme a un’intera città o su rotaie che portavano ad essa. Ma forse è il caso di lasciare in pace i morti, altrimenti rischiamo anche noi di speculare sui loro martìri […] Ma quando tacciono certi morti, insorgono le loro gesta, risorgono dalle loro idee. […] Ecco, se proprio li vogliamo onorare è il caso di stare accanto a quelle vite, di sostenere le gambe e il fiato di quegli altri uomini che ancora lottano contro lo sproloquio omertoso e intimidatorio del Sistema. […] Stiamo con i vivi e diveniamo, insieme e per Amore, servi della nostra terra: questo ci chiedono i morti! Perché essi, i morti ammazzati, rischiano di incutere rassegnazione e timore; gli altri, i vivi, infondono speranza e coraggio, ma solo se non saranno lasciati soli. Per questo sono necessari i servi della gleba, la cui vita è intrinsecamente legata alla causa che servono, all’ideale, all’utopia che coltivano, affinché i frutti siano un bene comune.”»

    A fine serata, gli alunni della classe 3^ (progetto LaAV) dell’I.C. di Baronissi interpreteranno alcuni dialoghi tratti da “Servi della Gleba”, il nuovo ‘romaggio’ del professor Magliacano.

 

AUTORE: Gerardo Magliacano

 

TITOLO dell’OPERA: SERVI della GLEBA

 

SOTTOTITOLO: Per amore della Nostra terra

 

PREFAZIONE di Ciro Corona

 

POSTFAZIONE di  Don Aniello Manganiello

 

GENERE: “romaggio”(romanzo-saggio) di formazione.

 

TRAMA: Il protagonista, Sossio Picariello, è un ragazzo di 17 anni che frequenta un liceo della periferia napoletana. Un ragazzo molto vivace, con buone capacità ma impegno minimo, il cui unico interesse è conseguire il diploma senza sforzarsi troppo. Non a caso è conosciuto in tutto l’istituto con il nomignolo di “Sossei”, perché si accontenta della sufficienza, senza mai pretendere altro. La sua vita spensierata e ordinaria, a un certo punto, viene scombussolata  da una drastica scelta che farà il padre. Il giovane, oltre a ribellarsi al genitore, accuserà il suo professore d’Italiano per aver istigato, attraverso un suo libro, il padre a prendere l’inaspettata decisione. Sarà per questo motivo che Sossio, in una mattina di luglio, alle sei in punto, piomberà come una furia in casa del professore per “sputargli in faccia” tutto il suo malessere. Avranno inizio in tal modo quattro giornate in cui il professore, dopo aver lasciato che si sfogasse, condurrà il ragazzo nei meandri di una narrazione che vuole essere una sorta di catarsi aristotelica, quattro giornate di resistenza e di progressiva liberazione dalla schiavitù della libertà per farsi SERVITORE della collettività. Per quattro giorni, Sossio sarà ostaggio del suo insegnante che, tramite un campionario di personaggi presi a prestito dalla realtà e dalla letteratura, lo accompagnerà a prendere coscienza del sé come elemento strutturante del noi.

 

IL PROTAGONISTA: Il protagonista è una sorta di mosaico in cui confluirà un’intera generazione con le proprie virtù e con le proprie deficienze, imbevute di una fragilità psico-emotiva.

 

SINOSSI: Si tratta di una tetralogia di ‘romaggi’ dedicata ai quattro elementi primari. I quattro libri sono legati da un’unica trama e da un medesimo filo conduttore, che si dipanerà nell’arco di quattro testi: ognuno rappresenta una giornata del protagonista, “Le quattro giornate di Sossio”. La cifra, oltre ad evocare gli Elementi, rimanda anche alle Quattro Giornate di Napoli, inizio della lotta di liberazione nazionale durante la Seconda Guerra mondiale, simbolo di un popolo che si ribella. Il primo volume, ovvero la prima giornata, sarà un omaggio alla “terra” e a tutti i suoi servitori, non a caso s’intitolerà “Servi della Gleba”, attraverso il quale si cercherà di imbastire un nuovo sistema socio-culturale che possa rappresentare una sorta di alternativa a questo imperante, che condiziona le nostre quotidianità e che rischia di imporsi a livello mondiale: sarà il Sud del mondo che ci salverà dall’imperialismo capitalistico che sta annichilendo l’umanità.

 

PUNTI di FORZA: È un libro pensato e scritto per mettere sotto inchiesta le tre istituzioni (Famiglia, Scuola e Società) cui ci affidiamo per garantirci un futuro e un’auspicabile evoluzione del genere umano, in termini prima di tutto socio-culturali. Il testo è un continuo stimolo a un costruttivo dialogo intergenerazionale. Teatralità e un linguaggio realistico, conditi da una costante ironia socratica e un cinismo (riferito alla filosofia cinica e stoica dell’età ellenistica) di fondo, rendono la lettura coinvolgente e appassionante.

 

MISSION: Un’opera che sarà reperibile solo ed esclusivamente nelle piccole librerie, quelle che sopravvivono con fatica ai monopoli. Un’opera che non avrà nessun ISBN: “un libro, come qualsiasi manufatto poetico, non può assolutamente essere marchiato con un codice a barre che lo riduce ad essere un mero prodotto industriale, merce da scaffale, da supermercato”. Un’opera, quindi, di (R)esistenza: dopo aver rifiutato allettanti e seducenti proposte da parte della medio-alta editoria nazionale, l’autore ha scelto di pubblicare con (R)Eesistenza anticamorra, un’associazione che lotta contro le illegalità, a tutela dei territori minacciati dal crimine organizzato. Un’opera di protesta, nel senso luterano, in quanto tra autore e lettore non ci sarà nessuna mediazione, nessun distributore, tutti saranno lettori dell’opera, a partire dall’autore stesso: in tempi in cui tutto è a portata di click, tutto è acquistabile comodamente dal proprio divano di casa, questo libro non sarà in internet, ma solo in mezzo a libri reali, tra acari, tarli e profumo di carta bagnata d’inchiostro e sudore; non ci si servirà della rete virtuale, ma di una reale, fatta di carne e carta per la distribuzione dell’opera, pertanto il libro sarà reperibile solo entrando in contatto diretto con l’autore, l’editore o con altri lettori, nelle piazze e nei luoghi in cui è ancora legale spacciare cultura. Un’opera d’impegno civile: il ricavato sarà devoluto e impiegato per sostenere e incentivare canali di una nuova economia che si baserà sullo scambio diretto fra interessati, oltre a finanziare progetti di inclusione sociale e di bonifica dei terreni devastati dalle mafie, tutto per Amore della nostra terra felix.

 

BREVE BIO-BIBLIOGRAFIA: Gerardo Magliacano è docente di Storia e Letteratura, ed Esteta. Laureato presso l’Università di Salerno in Lettere e Filosofia, ha insegnato e insegna discipline umanistiche. Nato e formatosi a Salerno, classe 1974, ha lavorato per più di un decennio in Lombardia, dove ha insegnato e pubblicato le sue prime opere. A partire dal 2014 ha deciso di trasferirsi in Campania per “faticare” per la sua Terra Felix, dove tuttora insegna, con la promessa di pubblicare solo con editori meridionali e di devolvere parte del ricavato ad associazioni che promuovono il territorio.

In veste di scrittore e saggista, Magliacano ha pubblicato: due saggi di filosofia della canzone – Vasco. L’ultimo poeta male-detto, (Milano 2006), Generazione di Suonati. La Cultura gira in-formato mp3 (Milano 2008) – e un’inchiesta romanzata d’impianto storico dal titolo Santa Escort. La ‘Matria’ degli italiani, (Milano  2011). Nel 2010 ha curato, in collaborazione con AMREF, una raccolta di scritti adolescenziali dal titolo Il mondo salvato dall’Adolesce(ME)nza (Milano 2010): con il ricavato è stato costruito un pozzo in Tanzania. Ultimi lavori: “TERRO(M)NIA. Ritorno alla (mia) terra” (Napoli 2014), il ricavato è stato destinato al progetto “Melo aDotto”, che si propone la riforestazione di tutte quelle terre mortificate dalle mafie. Nel 2016 esce “Una Nea-Polis sospesa”, che gli vale il Premio “Gelsomina Verde” per essersi contraddistinto “con impegno e passione ed esempio di vita, nella lotta alle mafie e nell’affermazione delle verità storiche e del sentimento di giustizia”.