Treofan, la nuova proprietà snobba il tavolo al Mise.

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“Con una nota ufficiale, che segue le dimissioni del cda della Treofan Italy spa, la multinazionale Jindal Group , di fatto proprietaria dello stabilimento Battipagliese, conferma tutte le nostre preoccupazioni sulla vicenda. Nell’imminenza dell’incontro da noi fortemente sponsorizzato nella sede del Ministero dello sviluppo economico, dove avrebbe dovuto rendere conto delle scellerate decisioni gestionali in merito allo stabilimento battipagliese, la nuova proprietà non solo ha chiesto un rinvio del tavolo di confronto, ma ha espressamente confermato, nero su bianco, l’assoluta indifferenza in relazione agli aspetti industriali dell’investimento, precostituendo, a nostro avviso, in modo fittizio risultati economici negativi. Numeri contabili alla mano, conosciamo bene lo stato di salute dell’azienda, tutt’altro che in crisi, alla luce anche delle commesse disponibili fino a giugno 2019 di cui la proprietà evita di farne menzione. Si fa addirittura confusione sulle caratteristiche dei prodotti realizzati nella sede di Battipaglia, lasciando presupporre che gli stessi vertici del gruppo multinazionale non abbiano mai messo piede nello stabilimento”. Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano e la deputata Anna Bilotti.

“Dallo scorso 24 ottobre, data nella quale gli impianti sono stati ceduti al colosso indiano Jindal Group – sottolineano Cammarano e Bilotti –  l’operatività dell’azienda è stata fortemente pregiudicata, al punto da prefigurare un forte ridimensionamento delle attività, nonostante la società rappresenti ancor oggi uno dei fiori all’occhiello del tessuto industriale battipagliese. Ed oggi si ritrova da un giorno all’altro sulla soglia della dismissione a seguito di una svendita internazionale dai contorni ambigui che ha visto protagonisti la vecchia proprietà facente capo alla M&C di Carlo de Benedetti e i nuovi acquirenti indiani. Il tutto a confermare i nostri timori, ovvero che sia in atto un’opera di acquisizione e smantellamento per poche migliaia di euro di uno stabilimento all’avanguardia e delle relative maestranze al solo scopo di recuperare quote di mercato. I lavoratori e le loro famiglie non meritano queste umiliazioni e faremo di tutto per non lasciarli indifesi di fronte ai giochi di potere di questi pseudo imprenditori”.