Un abbattimento preoccupante, nell’ordine di circa il 50%, dei contratti a termine. È con questo dato che il segretario nazionale della Cisal Terziario, Vincenzo Caratelli, ha aperto il suo intervento al convegno, tenutosi il 26 ottobre, su “Decreto Dignità. Cig. Welfare”.
Il numero uno nazionale del sindacato del terziario si è soffermato, in particolar modo, sull’elaborazione dei dati Istat, monitorati proprio dalla Cisal: «Lieve – ha spiegato Caratelli – è stata anche la stabilizzazione dei contratti. I datori di lavoro hanno evitato l’utilizzo dei rapporti di lavoro a termine, in virtù della causale e, a tal proposito, stiamo pensando a un’interrogazione al Ministero del Lavoro. Il rischio, purtroppo, è che si vada incontro a una drammatica riduzione dell’occupazione».
Punto focale è, comunque, secondo il segretario nazionale della Cisal Terziario, il buon funzionamento del cosiddetto Welfare aziendale, considerato «uno strumento con il quale si può fare tanto, con la partecipazione tra imprese e lavoratori». Soprattutto, sottolinea ancora Caratelli, «con il Welfare puro a costo zero, che prevede, per i datori di lavoro, decontribuzione e defiscalizzazione. Si tratta di uno strumento che va studiato bene, che va promosso e che, se usato in modo intelligente, è di fondamentale importanza, perché può contribuire a rendere l’azienda più produttiva».
Al convegno, organizzato dall’Ordine dei consulenti del lavoro della provincia di Salerno, in collaborazione con Unica formazione e con il contributo di FonArCom, ha partecipato anche l’avvocato Gabriele Sepio, la cui relazione è stata dedicata proprio all’importanza del Welfare aziendale, come strumento per agevolare datori di lavoro e dipendenti, contribuendo, in tal modo, a creare una migliore occupazione. «È il mezzo con il quale i datori si prendono cura del benessere dei lavoratori – ha specificato l’avvocato – laddove lo Stato, che è predisposto a farlo in prima battuta, non riesce. Con la concessione di premi di produttività elargiti sotto forma di servizi – che possono andare dalle spese di trasporto all’assistenza sanitaria, passando per l’istruzione dei figli – si fidelizzano i dipendenti, s’incrementa la produttività aziendale e si realizza un sistema virtuoso».