Per il penultimo spettacolo di questa stagione al Teatro Arbostella di Salerno si punta su un grande classico.
Nel fine settimana, infatti, andrà in scena “Le voci di dentro”, commedia in due atti di Eduardo De Filippo. Scritta e ambientata nei primi anni del secondo dopoguerra, “Le voci di dentro” è una commedia (originariamente in tre atti) colma di sfumature, intensa e incredibilmente attuale. Le atmosfere Pirandelliane, di cui il testo è già profondamente intriso, sono state lo spunto dal quale è partita l’idea registica che si è tradotta in una messa in scena realistica, ma surreale al tempo stesso.
Le alternanze tra “il dentro ed il fuori” creano un velo di sottile inquietudine e ambiguità che attraversa gli ambienti così come i personaggi. In questa “rilettura” delle “Voci di dentro” anche l’essenzialità della scenografia ha un preciso significato, tant’è che l’allestimento è stato concepito con il chiaro tentativo di rafforzare il contenuto espresso dal testo stesso. La vera protagonista di questa messa in scena, in cui nulla è lasciato al caso, è la parola, quella di Eduardo, sempre incredibilmente attuale.
NOTE REGIA
“Parlare è inutile, perché l’umanità è sorda”
È forse, più di ogni altra, la frase che riesce a racchiudere il senso profondo di questa straordinaria Opera di Eduardo. Scritta e ambientata nei primi anni del secondo dopo – guerra, “Le voci di dentro” è una commedia (originariamente in tre atti) colma di sfumature, intensa e incredibilmente attuale. Le atmosfere Pirandelliane, di cui il testo è già profondamente intriso, sono state lo spunto dal quale è partita l’idea registica, che si è tradotta in una messa in scena realistica ma surreale al tempo stesso. Le alternanze tra “il dentro ed il fuori” creano un velo di sottile inquietudine e ambiguità – a tratti addirittura “fastidiosa” – che attraversa gli ambienti così come i personaggi. In questa “rilettura” delle “Voci di dentro” anche l’essenzialità della scenografia ha un preciso significato, tant’è che l’allestimento scenografico è stato concepito con il chiaro tentativo di rafforzare il contenuto espresso dal testo stesso. La vera protagonista di questa messa in scena, in cui nulla è lasciato al caso, è LA PAROLA, quella di Eduardo, che nonostante gli anni si porta appresso ancora la sua incredibile attualità. Gli spazi sono divisi non solo materialmente, ma soprattutto concettualmente: “il dentro ed il fuori” dalla scena, non sono solo uno spazio fisico, ma UNO SPAZIO DELL’ANIMA. Il tentativo di interpretare questo progetto registico è affidato agli attori della Compagnia Avalon Teatro, i quali, pur rimanendo fedeli all’intento di voler omaggiare il grande ed eterno Eduardo De Filippo, rimangono volutamente molto distanti dalle atmosfere “Eduardiane” che solo il grande drammaturgo era in grado di ricreare.
LE VOCI DI DENTRO
SINOSSI
La famiglia Cimmaruta è una famiglia come tante, ma solo fino a quando Alberto Saporito si troverà ad essere involontario strumento disvelatore di una realtà ben diversa da quella che la quotidianità sembra far trapelare e in cui l’elemento predominante risulterà essere l’incomunicabilità ed il sospetto reciproco. È così che la famiglia Cimmaruta, diventa il simbolo di una società malata di diffidenza, paura, egoismo e nella quale la voce della coscienza, oramai inascoltata, preferisce essere muta… “Parlare è inutile perché l’umanità è sorda” e quanto ci ricorda il grande Eduardo.
Spettacoli nei fine settimana 5-6, 12-13 aprile 2014 (sab. 21.30 – dom. 19.30)
Ingresso 12 € – ridotto 10 €