dal Meetup ABG Salerno riceviamo e pubblichiamo
Il quotidiano “La Città” riaccende i riflettori sul caso Auditorium Salerno a distanza di alcuni mesi dalla “bufera” che investi la città dopo che la giunta comunale ne aveva affidato la gestione a Daniel Oren piuttosto che al Conservatorio cittadino.
In quella vicenda il Meetup salernitano aveva accolto le giuste motivazioni che la direttrice Imma Battista aveva esposto a tutta la cittadinanza e si era battuto per difendere il diritto allo studio degli studenti contro una privazione ingiustificata e dannosa per la città, sempre in favore di quella oligarchia che da anni gestisce scelleratamente i soldi pubblici destinati al Teatro Verdi.
Successivamente il Sindaco Vincenzo Napoli, con una mossa degna di un illusionista, convoca i vertici del Conservatorio e promette loro (a chiacchiere) una condivisione di gestione del nuovo auditorium.
Questo Meetup, che ormai conosce troppo bene le promesse da lupo che i politici salernitani sono abituati a fare da oltre vent’anni, si dimostrò subito contrario a questo “modo di fare” chiedendo la revoca della delibera di giunta in favore di una nuova decisione collegiale che avesse sancito la gestione dei nuovi spazi in favore del Conservatorio.
Ciò non è accaduto ed ecco che la direzione del Conservatorio, e la città di Salerno, si ritrova con il solito pugno di mosche, mentre l’amministrazione continua ad andare per la sua strada beneficiando i soliti noti dei favori del menestrello di turno.
Trasparenza zero!
Sembra questo il motto del Sindaco di Salerno e della sua maggioranza. Ad oggi non è dato sapere se l’auditorium, completato ormai da due anni, sia agibile o meno. Non è dato sapere se la struttura sia stata collaudata.
Non si può escludere che tutta “la questione” con il Conservatorio sussista semplicemente per costruire una assegnazione/utilizzazione solo cartacea con la certezza che le porte restino chiuse, assicurandosi così un doppio coperchio (Comune-Conservatorio) su un pentolone che, una volta aperto, potrebbe riservare numerose spiacevoli sorprese.
Ad esempio il Comune potrebbe chiarire la questione dei sediolini/posti a sedere. Pare che le poltroncine, ovvero i sedili attualmente installati, siano scomodi e non rispettino gli standard di agibilità previsti. Sarebbe interessante sapere chi ha progettato le attuali sedute, chi le ha acquistate, quanto sono costate, chi ne dovesse verificare la conformità agli standard previsti. Insomma chi abbia avuto responsabilità delle azioni compiute e chi avrebbe dovuto verificare e controllare la conformità di queste azioni.
Pare, inoltre, che nella struttura, non ancora aperta e fruibile, vi siano già danni considerevoli derivanti da umidità ed infiltrazioni (sollevamenti di pavimentazione, chiazze di umidità, muffe etc.), in massima parte sorgiva. Qualche tempo fa, quando dell’auditorium vi era solo lo scheletro strutturale, qualcuno parlava di problemi agli impianti di collegamento del Conservatorio alla fogna di pertinenza con riversamento (parziale o totale non si sa) di liquami proprio sulla piattaforma in cemento, base dell’Auditorium. Corrisponde al vero questa voce? Erano consistenti questi sversamenti protratti per lungo tempo? Vi è un nesso tra questa circostanza e l’umidità sorgiva che molto precocemente si riscontra nella struttura? Tutto questo è all’interno dei parametri e degli standard igienico-sanitari e di agibilità previsti dalla legge? Esiste un motivo fondato di mutua e reciproca copertura tra Conservatorio e Comune in ordine a questa vicenda?
I dubbi sulla vicenda sorgono allorché il Conservatorio fa sapere che disporre di un auditorium di pertinenza con uso esclusivo sarebbe requisito fondamentale nella procedura di accreditamento delle sedi intrapresa dal Ministero; il “Martucci” sarebbe l’unico Conservatorio della Campania a non disporre di detta pertinenza. Ma la citata procedura ha come obiettivo l’allineamento di Conservatori ed Accademie alle Università. Queste ultime vantano titolo di proprietà delle proprie sedi e degli spazi accreditati come fondanti requisiti logistici. Per questo motivo l’assegnazione dell’auditorium al Conservatorio “Martucci”, e non una vaga disponibilità ad ospitarne manifestazioni, comporterebbe a medio termine un conferimento definitivo di bene da parte del Comune? La Corte dei Conti non eccepirebbe su simile circostanza? Nessuno dei dirigenti comunali responsabili sarebbe imputabile di incaute ed imprevidenti azioni a danno del patrimonio del Comune?
Analoga necessità del Conservatorio nel dimostrare di disporre di una pertinenza fondamentale ad uso esclusivo ce l’ha anche il Teatro Verdi, ovvero il Comune di Salerno, con il Ministero dei Beni culturali per conservare lo standard di “Teatro di tradizione”. Perché il Comune dovrebbe privarsene a favore del Conservatorio?
La faccenda è complessa ed ingarbugliata ma un solo dato appare evidente: tutti e due gli Enti hanno bisogno solo sulla carta dell’Auditorium ed hanno convenienza a non aprirlo mai ad una fruizione reale, garantendosi reciproca e totale copertura.