Giovedì, 6 giugno, alle ore 17.30, all’Arco Catalano di Palazzo Pinto nel centro storico di Salerno, sarà presentato il volume “600 grammi di Umanità”, report del percorso di umanizzazione realizzato presso la Terapia Intensiva Neonatale dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona.
L’umanizzazione delle cure è un percorso preciso, con obiettivi concreti e misurabili. Mettere il paziente, e non la malattia, al centro del percorso terapeutico è possibile e misurabile. Questo concetto segna il passaggio da una concezione del malato come mero portatore di una patologia ad una vera persona con i suoi sentimenti, le sue conoscenze, le sue credenze rispetto al proprio stato di salute.
Tale percorso terapeutico, che permette quindi al paziente di sentirsi una persona e non un numero, richiede uno sforzo organizzativo e l’acquisizione di un metodo che nasce fin dalla formazione universitaria. Tutto il personale deve lavorare sinergicamente, non seguendo logiche di reparto, ma una sola logica:il paziente e la sua malattia.
Nel 2016 l’Azienda Ospedaliero Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” ha intrapreso un percorso di umanizzazione delle cure finalizzato al miglioramento professionale ed umano. Il punto di partenza è stata la Terapia Intensiva Neonatale (TIN): un’area ad alta intensità terapeutica per pazienti ad elevata criticità; ed è proprio qui che l’attenzione e la concentrazione delle cure spesso determinano una minore attenzione al rapporto “umanizzato” paziente-persona.
Destinatari del progetto “600 grammi di Umanità” sono stati i bambini ed i genitori che accedono alla TIN e che vivono l’esperienza della nascita pretermine del proprio figlio e l’équipe multidisciplinare che opera all’interno del reparto.
Analizzando i bisogni individuati, attraverso interventi formativi, cambiamenti organizzativi e percorsi di sostegno alla coppia genitoriale all’interno del reparto, si è cercato di aumentare il grado di soddisfazione degli utenti rispetto ai servizi assistenziali ricevuti e di ridurre il disagio e la paura vissuta dai genitori che vivono l’esperienza della nascita prematura del proprio figlio.
Grande, infatti, è la paura dei genitori quando per la prima volta incontrano il loro piccolo, ancora di più di quando questi non pesa più di 600 g e si trova all’interno di un’incubatrice…
Garantire un approccio “umanizzato” della Terapia Intensiva Neonatale significa dare rilievo al contesto ambientale e personale nel quale le cure vengono fornite, garantire un supporto al legame madre/famiglia-neonato, anche in condizioni estremamente critiche, attraverso il coinvolgimento nelle cure, l’accesso illimitato al reparto, la promozione dell’allattamento materno, la promozione del contatto con il piccolo.