Da generazione di Liberi, ci prepariamo alla giornata del 25 Aprile…ma con quali sentimenti?
Limitarsi a rievocare sacrifici ed impegno di una generazione, ormai lontana, che anelava la libertà (perché schiava, sottomessa, privata del necessario…) disposta al prezzo della vita per conquistarla o con lo Spirito nuovo di custodire, ciò che di tanto prezioso abbiamo ereditato?
Oggi, dove nemmeno i confini sembrano trattenere le nostre irrequietezze e bisogni di evasione, la libertà, non cessa di essere un problema, un tema-chiave, un’aspirazione, oltre che un pretesto, per mascherare intenti a volte contrari alla libertà stessa.
Sul piano sociale, popoli giovani, nei paesi mediterranei, in Medio Oriente e in Asia cercano oggi strade migliori e diverse, spinti da un lato dalla crisi economica, dalle persecuzioni politiche, dal miraggio del benessere ma anche dalla voglia di far parte di quella comunità virtuale multitasking e cangiante che si ritrova nella rete, che scambia idee, cinquetta, s’immortala ad ogni piè sospinto.
Una libertà contagiosa, che si esprime spesso senza vincoli ed in forme impreviste quanto insolite, che si traduce nella richiesta di essere parte della piazza virtuale, a cui tutti guardano.
Sul piano politico, invece, appare tutta la complessità, di un mondo vecchio e nuovo allo stesso tempo. S’intrecciano aspirazioni “moderne” alla democrazia con culture di gruppo “arcaiche”. Ma cosa, in queste visioni, è moderno e cosa è arcaico?
Libertà è un tema-chiave, ancora oggi, per la vecchia Europa, stanca e demotivata, incapace di crescita demografica, economica, politica… che osserva da lontano-vicino l’inquietudine e la capacità di mobilitazione dei popoli giovani, mostrando tutta la sua inadeguatezza nell’agire tale movimento verso la libertà.
Un continente e meglio una Comunità, quella europea, incapace di interpretare i segni dei tempi, le richieste di libertà espresse; talune gridate, altre (troppe) soffocate dal mare e dalle barbarie degli aguzzini di turno. Una Comunità incapace di dare spazio ed orizzonti al senso di costruzione del futuro, che da noi sembra essersi assopito.
La libertà deve continuare ad alimentarsi di desiderio – dichiara il Presidente Mastrovito – di riconoscersi dentro una storia, che rispetta ed ama anche quando ne prende le distanze; che si pone in relazione agli altri e al mondo, riconoscendoli e prendendosene cura; che ha il coraggio di assumersi il rischio di spendersi per un bene che vale la vita, imparando che senza sacrificio nulla di buono può esistere; che riconosce il mistero dell’esistere e lo attraversa con coraggio.
Ê qui che i giovani possono e devono fare molto: collocandosi dentro una storia, ma avendo anche il coraggio di una novità che può – ed anzi deve – cambiare, il mondo.
Se affrontiamo i numeri implacabili della crisi economica ed umana, con gli schemi di lettura di questi anni, lo spazio per l’ottimismo non c’è. Ma se guardiamo alla transizione in corso, come un’occasione grande, per le nuove generazione, di fare emergere un nuovo desiderio di Vita che il nostro tempo sembra soffocare, allora si che potremmo anelare ad una Libertà nuova, sciolta da vincoli…ma, continua Mastrovito, solo a condizione di assumerci l’obbligo di essere responsabili verso gli altri, custodi del nostro fratello.
Non c’è crescita senza sviluppo. Non c’è sviluppo senza apertura all’altro. Non c’è apertura senza domanda di Dio.
L’appello delle Acli è dunque, agli uomini e donne di buona volontà, per spronarli a non perdere la Speranza, ad operare con coraggio, non solo in difesa dei valori sui quali i nostri Padri hanno ricostruito il volto e la dignità della nostra Patria, ma anche per lottare contro il declino, prima civile, poi anche politico ed infine economico e sociale.
Buona festa della liberazione