1938: LE LEGGI FASCISTE IN DIFESA DELLA “RAZZA”. GIORNATA DELLA MEMORIA A VIETRI SUL MARE, PER NON DIMENTICARE.

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Delle leggi antiebraiche, approvate nel 1938 all’unanimità dai 389 deputati presenti in Parlamento, si è parlato nell’Aula Consiliare del Comune di Vietri sul Mare durante l’incontro organizzato dall’Amministrazione Comunale di Vietri sul Mare nelle persone del Sindaco, l’avvocato Francesco Benincasa, e dell’Assessore alla Cultura, il dottor Giovanni De Simone e dall’Associazione Culturale “La Congrega Letteraria”, diretta da Antonio Gazia e Alfonso Vincenzo Mauro, con la collaborazione di Francesco Citarella e quella di Daniela Scalese ed Elisa D’Arienzo dell’Associazione “Fabrica”. A seguito di quelle leggi, ai bambini ebrei fu vietato di frequentare le scuole pubbliche e molti lavoratori ebrei furono licenziati. Poi cominciarono le deportazioni, come ha raccontato la giornalista e scrittrice romana Lia Tagliacozzo, studiosa di Storia ebraica, che ha raccontato la storia della sua famiglia che ripercorre tutte le tappe di quanto accaduto agli ebrei italiani: ” A cominciare dal ventennio fascista per poi arrivare agli anni ’50”. Storia che nessuno le aveva mai raccontato e che lei ha scoperto per caso, grazie ad una foto nascosta in un mobile:” In questo mobile ci era stato proibito di mettere le mani, ma io, curiosa, come lo sono tutti i bambini, appena rimasta da sola in casa, lo aprii e trovai una piccola foto nella quale c’erano un adulto, due bambini e una bambina sul terrazzo di casa dei nonni che non ho mai conosciuti. L’adulto scoprii che era il nonno, i due bambini erano il mio papà e lo zio, ma la bambina non riuscii a capire chi fosse. Solo dopo tanti anni ho scoperto che quella bambina era mia zia Ada e che la sera del 15 ottobre del 1943 era andata a dormire da mia nonna Eleonora. Aveva solo otto anni e venne prelevata all’alba, insieme ad altre 1026 ebrei romani , dai soldati tedeschi. Insieme con lei furono deportati ad Auschwitz anche la nonna, il nonno e lo zio Amedeo che furono uccisi. Il resto della famiglia, che abitava nell’appartamento di fronte, dove non c’era la targhetta con il nome Tagliacozzo, riuscì a nascondersi”. La scrittrice ha anche raccontato che ad Ada Tagliacozzo, a Roma, è stato dedicato il nome di una scuola. Il professor Antonio Forcellino, autore del libro ” La Ceramica sugli Scogli. La storia cancellata di Max e Flora Melamerson” ha raccontato la storia dei due coniugi ebrei di lingua tedesca che, nei primi anni del 900 , giunsero a Vietri sul Mare, provenienti dalla Germania nazista. “A Vietri fondarono la fabbrica ICS che esportava le ceramiche vietresi in tutto il mondo” ha raccontato l’architetto vietrese che ha anche ricordato che nel 1933 i Melamerson avevano pavimentato, con le loro mattonelle, lo studio di Mussolini di Palazzo Venezia a Roma :” Sette anni dopo vennero espropriati di tutto e deportati in un campo di concentramento: prima a Viterbo e poi in Calabria. Si salvarono perché arrivarono gli alleati. A Vietri furono aiutati anche se poi tutti i loro beni furono rubati e la loro storia cancellata. Purtroppo ogni volta, la storia, quando viene meno al principio della ragione, finisce per fare del male a tutti”. Il Sindaco di Vietri, l’avvocato Francesco Benincasa ha ricordato le varie iniziative organizzate negli anni nel Comune di Vietri per ricordare il dramma della Shoah e sottolineato l’importanza di organizzare, soprattutto nelle scuole, eventi che la ricordino:” Sono celebrazioni che hanno una valenza culturale e sociale che bisogna continuare ad organizzare”. Il Sindaco ha anche annunciato che sarà dedicata una strada a Max e Flora Melamerson. L’Assessore alla Cultura, Giovanni De Simone, ha raccontato di aver visitato il campo di concentramento di Auschwitz:” Un’esperienza che tutti dovrebbero fare per imprimere nella propria mente gli orrori dell’Olocausto, dello sterminio sistematico ad opera dei Nazisti di milioni di ebrei. Oggi come ieri, l’indifferenza della gente è ciò che fa più male: è necessario prendere posizioni, ogni giorno, riguardo a queste tematiche”. Il professor Antonio Gazia ha ricordato che nel 1933 c’erano circa tredici milioni di ebrei :” Il regime nazista si era proposto l’eliminazione totale di questo popolo che aveva l’unica colpa di essere ebreo. Quello che sconvolge è la razionalità con cui è stato portato avanti questo progetto”. In sala sono state esposte due suggestive opere della pittrice salernitana Concetta Carleo: “Se questo è un uomo” e “Crimes”. “Rappresentano la mia denuncia, sia per quello che successe allora, sia per l’orrore di tutte le guerre, di ogni tempo”.

Aniello Palumbo