Il Padre, da giovedì 21 al Teatro Verdi.

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da giovedì 21 marzo a sabato 23 marzo (ore 21)
                                                       e
                          domenica 24 marzo (ore 18)

Alessandro Haber

Lucrezia Lante Della Rovere

IL PADRE

di Florian Zeller 

e con David Sebasti

Daniela Scarlatti

Ilaria Genatiempo Riccardo Floris

Regia

    Piero Maccarinelli

Scene Gianluca Amodio       Costumi Alessandro Lai

Musiche   Antonio Di Pofi    Disegno Luci Umile Vainieri

Andrea è un uomo molto attivo, nonostante la sua età, ma  mostra i primi segni di una malattia che potrebbe far pensare al morbo di Alzheimer.

Anna, sua figlia, che è molto legata a lui, cerca solo il suo benessere e la sua sicurezza. Ma l’inesorabile avanzare della malattia la spinge a proporgli di stabilirsi nel grande appartamento che condivide con il marito.

Lei crede che sia la soluzione migliore per il padre, che ha tanto amato e con cui ha condiviso le gioie della vita. Ma le cose non vanno del tutto come previsto: l’uomo si rivela essere un personaggio fantastico, colorato, che non è affatto deciso a rinunciare alla sua indipendenza…

La sua progressiva degenerazione getta nella costernazione i familiari, ma la sapiente penna di Zeller riesce a descrivere una situazione che, seppur tragica per la crescente mancanza di comunicazione causata dalla perdita di memoria, viene affrontata con leggerezza e con amara e pungente ironia.

Tutto a poco a poco va scomparendo: i punti di riferimento, i ricordi, la felicità della famiglia.

La perdita dell’autonomia del padre, Andrea, progredisce a tal punto che Anna è costretta a dover prendere decisioni al suo posto e contro la sua volontà.

La forza di questa pièce consiste nel saper raccontare con sorriso e con ironia, delicatezza ed intelligenza, lo spaesamento di un uomo la cui memoria inizia a vacillare e a confondere tempi, luoghi e persone.

Con grande abilità l’autore ci conduce a vivere empaticamente le contraddizioni in cui il nostro protagonista incappa. Egli, perdendo a poco a poco le sue facoltà logico-analitiche e non riuscendo più a distinguere il reale dall’immaginario, ci coinvolge con grande emozione in questo percorso dolorosamente poetico.

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